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Federbio e Agrofarma, al Sana storico accordo di collaborazione
Una collaborazione a tutto campo tra i produttori di agrofarmaci e l’associazione degli agricoltori biologici. E’ quanto prevede il protocollo d’intesa tra Agrofarma e Federbio che presentato oggi 24 febbraio al Sana (il salone dell’agricoltura biologica a Bologna).
A qualcuno potrebbe sembrare quantomeno contraddittorio un accordo tra agricoltura bio e industrie degli agrofarmaci ma in realtà si tratta di un fondamentale passo in avanti. Nell’agricoltura biologica, alcuni strumenti di difesa sono autorizzati e utilizzati come estrema ratio, in aggiunta alle consuete pratiche (agronomiche, meccaniche) messe in atto preventivamente dai produttori. Gli agrofarmaci autorizzati nell’agricoltura green si basano su principi attivi naturali o di derivazione naturale come estratti vegetali, rame, zolfo o microrganismi. «Di fornte alla sfida dei cambiamenti climatici – ha spiegato la presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini – l’agricoltura bio ha bisogno di rafforzare gli strumenti di difesa naturali sviluppandone di nuovi. Una prospettiva importante anche per perseguire l’obiettivo fissato dal Green Deal del 25% di superfici agricole Ue coltivate con metodi bio».
Una partita nella quale sono coinvolti a pieno titolo i produttori di mezzi tecnici rappresentati da Agrofarma, perché sono gli stessi che forniscono strumenti di difesa tanto ai produttori convenzionali che a quelli biologici ma, soprattutto, perché in un’ottica di sostenibilità crescerà esponenzialmente la domanda di molecole a basso rischio per la difesa delle colture.
«Quando serve – ha spiegato il presidente di Agrofarma, Paolo Tassani – anche l’agricoltura biologica può ricorrere agli agrofarmaci, potendo impiegare, a norma del regolamento Ue, un gruppo di sostanze attive, ampiamente utilizzato anche in agricoltura integrata e connotato da un profilo di bassa rischiosità. L’Italia è leader in Europa per agricoltura biologica, ma per far crescere ancora queste superfici dobbiamo mettere in condizione gli agricoltori di trarne un reddito sufficiente. Guardiamo, inoltre, con grande interesse ai produttori bio perché da sempre sono abituati a utilizzare in maniera efficiente ed economica gli strumenti di difesa. Siamo convinti che ricorrere a mezzi tecnici innovativi, ottimizzandone sempre più l’impiego attraverso la tecnologia, sarà una frontiera sempre più importante per l’intera agricoltura».
“Il protocollo di intesa – ha aggiunto la Mammuccini – ha come obiettivo una pressione comune sulle istituzioni perché venga incentivata la ricerca su nuovi principi attivi di origine naturale o strumenti nuovi come i microrganismi. Innovazioni che in futuro possano servire ai tutti i produttori agricoli”. “Entrambi siamo infine convinti – ha concluso Tassani – della necessità di iter autorizzativi di nuove molecole e nuovi strumenti di difesa più rapidi. Riteniamo fondamentale sostenere insieme questa richiesta, e non ognuno per conto proprio».
Fonte: Il Sole 24 Ore