
Ferrovie, sulla Salerno-Reggio accende i motori Partenope, la talpa più grande d’Europa
Ha acceso i motori Partenope, la talpa meccanica più grande di Europa, che scaverà nella pancia della montagna per farsi strada nella galleria Saginara in località Campagna (Salerno), lotto 1a Battipaglia – Romagnano della nuova linea con caratteristiche di alta velocità-alta capacità Salerno – Reggio Calabria. E’ lunga circa 130 metri e dal peso di circa 4.000 tonnellate, la Tunnel Boring Machine (TBM), una super fresa dotata di 18 motori che generano una potenza di 10 megawatt “ed è la prima delle quattro talpe che lavoreranno per la realizzazione di otto gallerie naturali presenti nel lotto 1a Battipaglia – Romagnano”, fa sapere Fs committente dell’opera con la sua controllata Rfi che ha affidato i lavori al Consorzio Xenia costituito da Webuild, Pizzarotti, Ghella e Tunnel Pro sotto la direzione dei lavori di Italferr (Gruppo Fs) per un valore complessivo dell’investimento di 2,8 miliardi di euro.
La talpa
“Con una testa fresante del diametro di 13,46 metri, la Tbm è tra le più grandi utilizzate in Europa e scaverà i 3 chilometri della galleria Saginara, tra i Comuni di Campagna e Contursi Terme (SA), lavorando 24 ore su 24, sette giorni su sette, vedendo impiegate oltre 100 persone altamente specializzate”, fa sapere l’azienda guidata da Stefano Antonio Donnarumma. “Una macchina altamente innovativa e green, per il cui funzionamento e per la cui manutenzione saranno impiegati in tutto oltre 100 tecnici altamente specializzati”, spiega Webuild. In tutto la società metterà in campo 4 talpe: oltre a Partenope altre tre saranno operative per la realizzazione delle 8 gallerie naturali. “Sono attualmente in fase di trasporto e montaggio altre due gigantesche talpe gemelle, ognuna con una testa rotante di oltre 13 metri – spiega una nota dell’azienda di Pietro Salini – una scaverà nei prossimi mesi le gallerie a doppio binario Serra Lunga, Acerra e Petrolla, l’altra sarà impiegata per lo scavo delle gallerie Caterina e Sicignano, entrambe a doppio binario”. Partendo dalla stazione di Battipaglia, la nuova linea si estende per circa 33 km in doppio binario fino a giungere all’interconnessione con la linea convenzionale Battipaglia – Potenza.
Il progetto
Il collegamento è finanziato con fondi Pnrr ma fa parte del pacchetto di opere in bilico e che rischiando di non traguardare l’obiettivo di giugno 2026 potrebbe essere oggetto di una rimodulazione del Piano oggi sul tavolo del ministro Foti: se la rimodulazione dovesse stralciarla dovranno essere recuperati fondi nazionali per il suo finanziamento. Alla cerimonia di avvio della talpa è intervenuto in videocollegamento anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che ha replicato alle opposizioni che gli chiedono le dimissioni per le interruzioni e i disagi sulla circolazione dei treni. “Mi chiedono le dimissioni un giorno sì e un giorno sì per quello che accade su una linea ferroviaria in cui sono aperti 1.200 cantieri per circa 10mila treni circolanti – ha ribattuto – ma stiamo lavorando per i nostri figli”. Il titolare delle Infrastrutture ha tagliato a distanza il nastro dei lavori della talpa ringraziando “il popolo dei sì” e “il sì dei sindaci e degli amministratori locali, il sì degli imprenditori”. Con lui anche il suo vice Tullio Ferrante che ha parlato di “una giornata storica che vede la Campania protagonista”.
Le proteste
Ma è più giù, da alcuni primi cittadini calabresi, che si sono levate già nei mesi scorsi le proteste sul progetto: un gruppo di amministratori locali capeggiato da Franz Caruso, sindaco di Cosenza, ha chiesto chiarimenti sulla linea lamentando una deviazione del tracciato dall’interno come originariamente progettato (Tarsia) alla litoranea Praia. “Da Praia a Paola si preferisce mantenere la linea esistente con un restyling che consentirà di guadagnare al massimo qualche minuto”, ha spiegato un comitato tecnico istituito per vigilare sui lavori dell’opera. Caruso nelle scorse settimane dopo un’infuocata conferenza stampa a Roma dove ha parlato di “scippo alla Calabria” ha scritto una lettera al titolare delle Infrastrutture chiedendo di “procedere all’immediato reperimento e stanziamento delle risorse e dare incarico a RFI e Italferr di riprogettare il rimanente secondo lotto seguendo le risultanze dello Studio di fattibilità originario che prevedeva una linea centrale a servizio di tutto il Mezzogiorno”.
Fonte: Il Sole 24 Ore