Festival di Salisburgo 2024: ritorni e novità

Ancora concertanti sono la doppia proposta de “Il prigioniero” di Luigi Dallapiccola e “Il canto sospeso” di Luigi Nono (25 luglio, Felsenreitschule) con la direzione di Maxime Pascal, nonché “Begehren” di Beat Furrer, con la direzione dello stesso compositore e l’orchestra Klangforum Wien, su testi di Cesare Pavese, Günter Eich, Ovidio e Virgilio (29 luglio, Kollegienkirche).

Fra le riprese: “Don Giovanni” con la regia di Romeo Castellucci e Teodor Currentzis alla guida della sua Utopia Orchestra e dell’Utopia Choir (28 luglio-19 agosto, Grosses Festspielhaus), mentre dal festival di Pentecoste di quest’anno giunge la ripresa de “La clemenza di Tito”, nella regia di Robert Carsen e la direzione d’orchestra di Gianluca Capuano. Con Cecilia Bartoli nel ruolo di Sesto (1-13 agosto, Haus für Mozart), è uno spettacolo che a maggio è stato assai ben accolto da pubblico e critica.

Ancora Robert Carsen firma (assieme a Luis Carvalho) anche il nuovo allestimento di “Ognuno” di Hoffmannsthal, immancabile fulcro del cartellone della prosa. Il ruolo del protagonista è affidato a Philippe Hochmair. Nel cast di quest’anno, anche Andrea Jonasson nei panni della madre di Ognuno (20 luglio – 28 agosto, piazza del Duomo).

“Spiegelneuronen” nasce invece da una collaborazione fra il coreografo Sasha Waltz e il gruppo Rimini Protokoll. Il tema è il rapporto fra cervello e corpo. La regia di questa prima assoluta, tesa a coinvolgere il pubblico, è firmata da Stefan Kaegi (Szene Salzburg, 14-21 agosto).

Prosa

Ancora per la prosa, Krystian Lupa presenta la propria versione de “La montagna incantata” di Thomas Mann (20-28 agosto, Landestheater), mentre in collaborazione con Bad Ischl-Salzkammergut Capitale Europea della Cultura 2024, il compositore e regista Heiner Goebbles propone la sua performance multimediale “Everything That Happened and Would Happen”, dedicata agli ultimi cento anni di storia europea (23-25 agosto, Perner Insel).

Fonte: Il Sole 24 Ore