Fibercop, con i sindacati intesa fino a 1.800 uscite

Accordo siglato fra Fibercop e i sindacati di categoria delle Tlc. La società – con in pancia la rete fissa di Tim, ceduta alla cordata guidata dal fondo americano Kkr, e che conta attualmente poco meno di 20mila dipendenti – ha chiuso il cerchio con le organizzazioni dei lavoratori sottoscrivendo un’intesa con la quale si dà l’ok a un numero di uscite volontarie pari a 1.800. Questo il numero massimo, ma l’azienda presieduta da Massimo Sarmi e guidata dall’ad Luigi Ferraris, si è posta come obiettivo quello di arrivare a 1.300 uscite volontarie, consentendo uno scivolo di cinque anni per raggiungere la pensione.

Si tratta del ricorso all’articolo 4 della Legge Fornero che negli anni è stato stabilmente effettuato da grandi aziende, anche a partecipazione pubblica quali Enel, Eni, Terna e Leonardo. Per Fibercop, nata dall’operazione di separazione della rete Tim che si è conclusa fattivamente lo scorso 1° luglio, si tratta del primo accordo in assoluto della sua storia (avendo solo tre mesi di vita) e, a quanto verificato dal Sole 24 Ore, senza intoppi con il mondo sindacale che invece avrebbe guardato con favore anche per dare la possibilità di scivoli alla pensione a chi avrebbe voluto già da tempo, ma poi è rimasto frenato nella procedura che ha portato alla divisione fra Tim e Fibercop.

Nel dettaglio l’intesa è stata, come detto, siglata per un massimo di 1.800 uscite volontarie di personale che maturi i requisiti per la pensione di vecchiaia, o anticipata, entro il 28 febbraio 2030. Oggi partiranno le comunicazioni ai dipendenti mentre al 13 ottobre è fissata la scadenza per l’adesione volontaria. La risposta certificata da parte di Inps e la gestione dei colloqui individuali per gli interessati sono previste nel mese di dicembre. L’uscita del personale dovrebbe così avvenire, stando ai piani, a fine febbraio del prossimo anno.

Queste le tempistiche dell’accordo, con le organizzazioni sindacali firmatarie – Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni e le Rsu – che hanno già affermato di aver legato la trattativa (e le uscite volontarie) a un piano industriale di sviluppo che l’azienda sta ultimando e che dovrebbe arrivare per fine anno o, al più tardi, per i primi mesi del 2025. Oltre all’isopensione l’accordo siglato ieri ha al centro anche il premio di produttività. La prima parte, infatti, è stata pagata da Tim; la seconda spetterebbe a Fibercop e si parla di 1.450 euro parametrati al quinto livello.

Si conclude così un passaggio che segna, dal punto di vista dei rapporti sindacali, l’inizio del percorso per una Fibercop impegnata a completare lo sviluppo della rete in fibra ottica entro giugno 2026, come da obiettivi fissati dal Pnrr, in sette lotti in Italia, con altri 8 affidati a Open Fiber. Il piano di investimenti di Fibercop per il pieno deployment della fibra prevede circa 8 miliardi di euro al 2026 destinati all’intero territorio nazionale per fornire le stesse condizioni di accesso alla tecnologia più avanzata a tutti gli italiani. Già nel secondo semestre del 2024, l’impegno finanziario per accelerare la posa della fibra dalla società è stato dichiarato ammontare a 1,4 miliardi di euro.

Fonte: Il Sole 24 Ore