Fibra ottica, in Italia costa meno ma non c’è la corsa al servizio

Fibra ottica, in Italia costa meno ma non c’è la corsa al servizio

In Italia la fibra ottica costa molto meno ai consumatori che negli altri principali Paesi d’Europa. Eppure i sottoscrittori sono inferiori rispetto al resto del Vecchio continente. Gli ultimi dati a disposizione in effetti segnalano un take up (utilizzatori) al 26% dei connessi contro il 54% medio nella Ue.

Insomma la rete avanza (si potrebbe andare più veloci nel rollout, ma comunque si avanza), ma senza quello sprint nel servizio che sarebbe indice di un processo di digitalizzazione atteso dal sistema Paese, ma anche necessario per la vita di tutti i giorni, fra video on demand in ascesa e impennata del consumo di dati. Questa mancanza di un adeguato ritmo di crescita di adozione del servizio in fibra accade poi nonostante prezzi ben più bassi degli altri Paesi d’Europa.

Certo, i dati dell’Osservatorio Tariffe di Segugio.it (Moltiply Group) fotografano i contorni di un’Italia che si distingue come il mercato più economico per la fibra ottica: un abbonamento medio Ftth (la fibra più performante, quella fino a casa) costa 26,57 euro al mese, contro i 33 euro della Francia e della Spagna e gli oltre 46 euro del Regno Unito gli oltre 47 della Germania. Il gap è fra i 6 e i poco più di 20 euro al mese.

Musica per le orecchie dei consumatori e che non è cambiata negli anni. Anzi. Tre anni fa, a novembre 2021, la fibra Ftth costava, in media, 25,79 euro al mese, ma aveva una copertura molto inferiore del territorio nazionale. La crescita della copertura e un prezzo aumentato di poche decine di centesimi al mese hanno garantito una sostanziale diffusione della fibra ottica Ftth, passata dall’11,7% al 25,9% del totale delle linee di rete fissa attive in Italia secondo i dati Agcom riferiti a giugno 2024. Però ancora la media Ue è lontana. Il tutto in un quadro che esprime il paradosso di una situazione in cui le compagnie telefoniche tricolore scontano l’effetto di una lunga e scellerata guerra dei prezzi che si è consumata (e ancora si consuma) nel segmento mobile senza che nel fisso ci sia una inversione di tendenza.

Risultato? Come indicato nel corso dell’ultima assemblea di Assotelecomunicazioni-Asstel fra 2010 e 2023 per le telco i ricavi si siano abbassati di 14,7 miliardi a quota 27,2, mandando in fumo il 35% del mercato.

Fonte: Il Sole 24 Ore