Fieg e Siae, fronte comune per negoziare l’equo compenso con le piattaforme web
Gli editori della Fieg fanno fronte comune sull’equo compenso (quello dovuto dalle piattaforme digitali per l’utilizzo online degli articoli). E, per questo, per le trattative con i colossi del web, si affidano alla Siae, che con le Big Tech (leggi Meta-Facebook) ha già un track record importante di azioni legali. E che quindi potrà mettere in campo tutta la sua expertise sul tema.
Fieg e Siae hanno firmato oggi un accordo a valle del quale, come detto, la Federazione Italiana Editori Giornali ha affidato alla collecting il mandato per negoziare con le piattaforme digitali l’equo compenso da queste dovuto per l’utilizzo online degli articoli di giornale.
«Per favorire l’esercizio, da parte delle imprese editrici, del diritto connesso introdotto dalla c.d. Direttiva “Copyright” – si legge in una nota congiunta – la Fieg ha affidato alla Società Italiana degli Autori ed Editori le attività di negoziazione e di incasso».
A far funzionare il meccanismo sarà un Comitato di coordinamento, composto da rappresentanti di Fieg e da Siae, incaricato di definire le strategie per conseguire l’equo compenso come previsto al nuovo articolo 43 bis della Legge sul diritto d’autore (L. 633/41). Il Comitato di coordinamento definirà anche «i contenuti degli accordi da stipulare e le iniziative giudiziarie a tutela delle ragioni delle imprese editrici».
Un’azione congiunta, quella di Fieg e Siae, che cade in un momento particolare: a pochi giorni dalla decisione di Agcom che la scorsa settimana, per la prima volta, è ricorsa ai suoi poteri di “facilitatrice” previsti per l’appunto dall’articolo 43 bis della legge sul diritto d’autore per definire l’equo compenso che Microsoft sarà chiamato a versare alla ricorrente Gedi, la quale si è fatta avanti per l’utilizzo degli articoli delle proprie testate (in particolare “la Repubblica” e “La Stampa”).
Fonte: Il Sole 24 Ore