Fiera Milano, la diversificazione spinge i conti dei nove mesi

La strategia di diversificazione – di prodotto, di portafoglio, di servizi e di stagionalità – spinge i conti di Fiera Milano, che chiude i primi nove mesi dell’anno con ricavi consolidati pari a 184,5 milioni di euro, in crescita del 4% rispetto allo stesso periodo del 2023 e un Ebitda di 62,4 milioni di euro (+11%), mentre l’utile netto delle attività è più che raddoppiato, a 15,6 milioni di euro.

Risultati che l’amministratore delegato, Francesco Conci, definisce «molto al di sopra delle aspettative, poiché raggiunti in un anno pari, dunque tradizionalmente più debole rispetto agli anni dispari, e scarico di alcune manifestazioni pluriennali, la cui mancanza in genere si fa sentire sui conti». Il risultato netto del periodo delle attività discontinue – si legge nella nota con cui sono stati diffusi i conti – «è diminuito rispetto all’anno precedente, in quanto nel 2023 era presente una plusvalenza non ricorrente di 16,5 milioni di euro derivante dall’operazione Tuttofood. Complessivamente, il risultato netto del periodo presenta un utile di 15,6 milioni di euro rispetto ad un utile di 23,7 milioni di euro nei primi nove mesi del 2023». Nel corso dell’anno, si sono tenute 51 manifestazioni fieristiche e 96 congressi, con 1,2 milioni di metri quadrati occupati.

Questi numeri permettono all’azienda di rivedere al rialzo le stime per il 2024, prevedendo per fine anno ricavi tra i 255 e i 265 milioni di euro e un Ebitda tra i 75 e gli 80 milioni di euro. Nessun impatto, in termini di business, è atteso dalle recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto il presidente (ora autosospeso) di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, sebbene la Fondazione sia il principale azionista di Fiera Milano: «La distinzione tra le due realtà è molto evidente, non essendoci alcun controllo su Fiera da parte della Fondazione – afferma Conci -. Ma soprattutto, le attività contestate sono iniziative private del presidente, quindi non ci aspettiamo ripercussioni sulle nostre attività fieristiche».

Gli obiettivi del nuovo Piano industriale

Sull’aumento di ricavi ed Ebitda nei nove mesi influisce la scelta, avviata nel periodo immediatamente successivo alla pandemia e resa strategica nel Piano industriale 2024-2027 presentato lo scorso aprile, di investire in modo deciso non solo sul rafforzamento del portafoglio di manifestazioni e congressi – consolidando quelli esistenti e avviandone di nuove o attraendo a Milano un maggior numero di eventi itineranti – ma anche sui servizi, sulle partnership internazionali, sulle attività di intrattenimento (che hanno contribuito a tenere vivo e produttivo il quartiere anche nei mesi estivi) e sulle strategie Esg. Su quest’ultimo fronte, precisa Conci, il gruppo ha ottenuto un miglioramento del rating del 37%, dall’agenzia Sustainalytics, rispetto al 2021 e del 27% rispetto al 2022. In particolare, Fiera Milano ha ottenuto un punteggio pari a 12,3, in una classifica da 0 a 100 che analizza le performance Esg di 16mila aziende, con l’obiettivo di arrivare il prossimo anno nella fascia da 0 a 10.

In linea con il Piano strategico è anche il rafforzamento delle politiche di welfare aziendale, a cui si lega l’approvazione, lo scorso 5 novembre da parte dell’Assemblea dei soci, del Piano di Azionariato Diffuso 2024-2027 (Pad), che si propone di favorire il coinvolgimento e l’allineamento degli interessi dei dipendenti agli obiettivi. Il piano si articola in quattro cicli annuali e prevede l’assegnazione gratuita di azioni fino a un valore massimo di 2mila euro annui per i beneficiari, con un limite di 500 euro per chi partecipa ai Piani LTI.

Fonte: Il Sole 24 Ore