Finalmente svelato Humane Ai Pin, il post-umano che si fa smartphone

Finalmente svelato Humane Ai Pin, il post-umano che si fa smartphone

Da piegare, chiudere, arrotolare intorno al braccio. Oramai gli smartphone possono assumere qualsiasi forma, a seconda della creatività di chi sta dietro alla loro progettazione. Non più solo oggetti da tasca ma orpelli di design, da mostrare, indossare, abbinare al proprio outfit. Tutto figlio della digitalizzazione perenne, onnipresente, che pervade ogni angolo della nostra vita. Si può dunque ripensare, non solo nel design ma concettualmente, questi prodotti, magari riportandoli alla loro natura essenziale ma senza privarli di funzionalità? Ci provano due ex ingegneri di Apple, Imran Chaudhri e Bethany Bongiorno, già a lavoro su pezzi storici della Mela, dagli iPod agli iPhone.
L’idea è un telefonino (anche se si fa fatica a definirlo così) delle dimensioni poco più grandi di una custodia delle AirPods. Al suo interno ha già tutto: un processore Snapdragon, antenna telefonica anche per la connessione dati, una fotocamera con flash Led e, soprattutto, ChatGpt. A cosa serve? Vista l’assenza di un display, l’integrazione con quello che viene chiamato “Ai Pin” avviene principalmente attraverso la voce. Ma non solo: vicino al sensore fotografico, la startup che lo produce, Humane, ha integrato un piccolo proiettore che può riprodurre sul palmo della mano o comunque verso una superficie di fronte delle informazioni basilari, monocromatiche, dall’ora alle notifiche e controller multimediale. Le email vengono lette dall’IA mentre le foto e i video, una volta catturati, finiscono nello spazio cloud “offerto” al cliente per 24 dollari al mese, che comprendono anche un piano cellulare e dati, oltre al costo di 699 dollari per portarsi a casa il gadget.
Ovviamente la presenza di ChatGpt apre a scenari di utilizzo ben più ampi di questi. Ad esempio, Humane, nelle poche informazioni diffuse sinora, ha già anticipato che l’IA, tramite la fotocamera, può scansionare cibi e fornire una stima del contenuto nutrizionale. Dall’assistente che ci dice che tempo fa a quello che ci rimprovera per aver mangiato troppi dolci il passo è breve. L’accessorio è disponibile in tre colori: Eclipse, Equinox e Lunar, pesa 34 grammi e ha una clip per essere agganciato sui vestiti. La pecca sembra essere la batteria, che dura molto poco, ragion per cui in vendita ci sarà anche un pacchetto aggiuntivo, che dona maggiore ricarica appoggiando la batteria extra al retro di Ai Pin, magneticamente.
“Ai Pin è l’incarnazione della nostra visione per integrare l’intelligenza artificiale nel tessuto della vita quotidiana, migliorando le capacità delle persone senza oscurare la nostra umanità” ha affermato Chaudhri in una nota. Ai Pin sarà disponibile negli Stati Uniti dal 16 novembre anche grazie a OpenAI, che ha contribuito al round da 241 milioni di dollari raccolti dalla startup.

Smartphone as-a-service

L’obiettivo di Humane è chiaro: offrire un pacchetto completo, che va dalla fornitura del telefonino a quella dei servizi. Non a caso, con i 24 dollari richiesti mensilmente, la connessione alla rete avviene su network T-Mobile ma con la sovrastruttura digitale della stessa startup. Humane è sia produttore hardware che operatore virtuale e sviluppa il sistema operativo in casa. Niente Android o qualcosa di simile ma Cosmos OS, che i ragazzi definiscono “costruito internamente su un framework di intelligenza artificiale”. È tuto molto differente dal concetto odierno di acquisto di uno smartphone con operatore, per un motivo su tutti: 699 dollari è il prezzo per cui una persona acquisterebbe un telefonino senza alcun vincolo contrattuale, che invece qui c’’è. Peraltro, 24 dollari mensili non sono nemmeno irrisori per ottenere quello che, altri provider, permettono di avere con una spesa minore. Insomma, è l’innovazione ad ogni costo che si fa pagare, al di là del valore che promette di dare al consumatore. Liberarsi dall’estremismo dello schermo touch è possibile, e Humane ha fissato il prezzo.

Fonte: Il Sole 24 Ore