Fink: «La Fed potrebbe imporre una pausa alla discesa dei tassi»

Fink: «La Fed potrebbe imporre una pausa alla discesa dei tassi»

«Credo che il mercato obbligazionario stia indicando che l’inflazione potrebbe essere più alta di quanto pensiamo: il genio potrebbe uscire dalla bottiglia». Nell’ultima giornata del World Economic Forum, dalle Alpi svizzere arrivano timori che rischiano di raggelare l’umore del presidente Usa, Donald Trump. Sono quelli di Larry Fink, ceo di BlackRock. E non è una voce fuori dal coro.

L’incognita Trump

Durante il panel di chiusura del Wef, Fink ha detto che l’economia Usa è stata molto forte a fine 2024 e che si confermerà tale anche nel primo trimestre 2025. La Fed, quindi, «potrebbe sospendere i tagli dei tassi per qualche mese e poi magari abbassare ancora un po’. Ma è anche possibile che a un certo punto li alzi, alla luce della forza dell’economia».

L’impatto inflattivo delle Trumponomics 2.0, tra annunci di tagli delle tasse, deregolamentazione e spinta all’industria made in Usa, sarà un fattore rilevante. È una delle incognite che hanno animato il Wef 2025. Nei giorni scorsi, Kenneth Rogoff, ex capoeconomista dell’Fmi, ha affermato che le «probabilità di un rialzo dei tassi sono pari a quelle di un taglio». Per Karen Harris, managing director di Bain & Company’s Macro Trends Group, «il cambio di Amministrazione a Washington mette in discussione il quadro. L’attenzione alla riduzione dei deficit commerciali, che interessa la e l’Europa, potrebbe compromettere il ruolo degli Stati Uniti come principale motore della domanda globale. L’Europa potrebbe trovarsi ad affrontare un’intensa concorrenza con la Cina per l’export e ciò complica l’idea di un ritorno alla normalità».

Lagarde: giù i prezzi nell’Eurozona

Nell’Eurozona, alla crescita bassa fanno da contraltare aspettative positivi sull’inflazione. «C’è una forte fiducia sul fatto che stia andando verso il basso piuttosto che verso l’alto e che continuerà a rallentare», ha ribadito ieri la presidente della Bce, Christine Lagarde, al panel conclusivo del Wef. L’agenda dei lavori ha fatto sì che toccasse ancora una volta a lei replicare agli attacchi di Trump, il giorno dopo il suo intervento a Davos. Bisogna «sedersi a un tavolo, nell’ambito delle istituzioni preposte e seguendo le regole. Non si possono semplicemente rimuovere le vecchie regole e ignorare le istituzioni mondiali», ha detto Lagarde.

L’unione che manca

Fink ha poi spezzato una lancia a favore dell’Europa: «Non c’è troppo ottimismo negli Usa, forse c’è troppo pessimismo in Europa, ma potrebbe essere arrivato il momento di investire di nuovo». Tuttavia, ha aggiunto Fink, occorre al più presto «un’unione bancaria e un’unione dei mercati dei capitali. L’Europa è un mito. È un bel mito, ma non funziona». Negli Usa, ha sottolineato Fink, qualunque impresa «può trovare capitali» e questo conferisce alla sua economia la capacità «ricostruirsi, cambiare direzione e modificarsi più velocemente di qualunque altra al mondo», ha osservato Fink.

Fonte: Il Sole 24 Ore