Finto ceo di Ferrari prova a truffare dirigente con l’intelligenza artificiale

Ve la ricordate la storia del dipendente di una società britannica con sede a Hong Kong che, tradito dal deep fake, ha eseguito bonifici per una truffa complessiva da 25 milioni di dollari? Ne avevamo scritto qui. Bene, qualcosa di simile – quanto meno per le modalità usate – a quanto pare stava per succedere anche in Ferrari.

La storia la racconta l’agenzia Bloomberg, spiegando come nei giorni scorsi un alto dirigente della casa di Maranello è stato vittima di un tentativo di truffa a base di intelligenza artificiale. Tentativo per fortuna – lo scriviamo subito – fallito.

I fatti sarebbero andati più o meno così. Qualche giorno fa il dirigente in questione ha iniziato a ricevere una serie di messaggi inaspettati, apparentemente da parte dell’amministratore delegato di Ferrari, Benedetto Vigna. Uno recitava così: «Ehi, hai saputo della grande acquisizione che stiamo pianificando? Potrei aver bisogno del tuo aiuto».

I messaggi inviati tramite WhatsApp – che Bloomberg ha visionato – non provenivano dal solito numero di cellulare aziendale di Vigna. Anche la foto del profilo era diversa, anche se si trattava di un’immagine del ceo.

«Sii pronto a firmare l’accordo di non divulgazione che il nostro avvocato ti invierà al più presto», recitava un altro messaggio. E ancora: «L’autorità di regolamentazione del mercato italiano e la Borsa di Milano sono già state informate. Rimani pronto e ti preghiamo di mantenere la massima discrezione».

Fonte: Il Sole 24 Ore