Fiorucci, l’omaggio di Milano con una mostra alla Triennale

Fiorucci, l’omaggio di Milano con una mostra alla Triennale

Con il jeans per tutti e soprattutto il negozio di Piazza San Babila, che ha fatto storia e cambiato l’approccio all’acquisto, ha sovvertito le regole della moda diventandone un grande protagonista. A Elio Fiorucci è dedicata la mostra che apre oggi, 6 novembre 2024, alla Triennale di Milano, dove rimarrà in allestimento fino al 16 marzo 2025.

Curata da Judith Clark con progetto di allestimento di Fabio Cherstich, è la più grande e ricca di opere e documenti mai dedicata al creativo milanese, scomparso nel 2015 a ottant’anni, che viene raccontato nella sua multidimensionalità: artista, cool hunter, imprenditore con Fiorucci, marchio fondato nel 1967.

«Abbiamo voluto riempire, proprio qui, dove il fenomeno Fiorucci è nato ed esploso, il vuoto di una formidabile amnesia – ha detto Stefano Boeri, presidente della Triennale -. Milano, grazie a Fiorucci, è stata infatti per almeno due decenni uno dei magneti delle idee più avanzate della cultura giovanile internazionale e la culla delle contaminazioni più fertili e audaci non solo tra moda, design, arte visiva e pubblicità, ma anche tra cultura e commercio. Invadendo di colori e forme la Milano cupa degli anni Settanta e poi esportando la sua cometa cromatica nel mondo, Elio Fiorucci ha dato alla sua città il regalo di un primato nella creatività internazionale».

La retrospettiva – che mette in mostra numerosi prodotti, opere d’arte e architettura, documenti dell’archivio personale Fiorucci – include ricerche sviluppate da accademici e da collaboratori che raccontano come la visione del creativo abbia rivoluzionato la moda e il marketing italiano e globale. Un ruolo importante, anche a livello di allestimento, è giocato dalla voce di Elio Fiorucci – resa attraverso registrazioni fino a ora inedite – che ripercorre alcuni momenti personali e che viene messa in dialogo con le voci di altri protagonisti della storia dello stilista, dando vita a una narrazione che si intreccia al racconto del marchio.

Fonte: Il Sole 24 Ore