Fisco, battaglia aperta nella maggioranza su taglio Irpef e cartelle

Fisco, battaglia aperta nella maggioranza su taglio Irpef e cartelle

La battaglia sul Fisco nella maggioranza prosegue anche sulla due diligence del magazzino della ex Equitalia. Mentre al ministero dell’Economia, così come prevede il decreto di riforma della riscossione, il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha messo al lavoro la commissione ministeriale sulla montagna da 1.275 miliardi di ruoli mai incassati, al Senato il presidente della commissione Finanze, Massimo Garavaglia, presenta l’avvio di un’indagine conoscitiva sullo stesso magazzino. Indagine propedeutica alla calendarizzazione a Palazzo Madama della proposta di legge della Lega già presentata alla Camera e che prevede una maxi pace fiscale con la rottamazione fino a tutto il 2023 e con pagamenti diluiti in 120 rate.

Due diligence del Mef sul magazzino entro fine marzo

Ma sul tavolo resta sempre la priorità per Fratelli d’Italia e Forza Italia di un nuovo taglio dell’Irpef soprattutto al ceto medio. Leo ribadisce che al momento sta portando avanti l’istruttoria, «sarà poi la politica a decidere». E a chi gli chiede rottamazione o Irpef? Il viceministro risponde che «sono tutte proposte meritevoli a apprezzabili». E aggiunge che «a metà marzo ci saranno i risultati della commissione», su come agire sul magazzino della riscossione. In appoggio ieri è arrivato anche il presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato secondo la rottamazione delle cartelle resta «un obiettivo nobile, poi la nobiltà si verifica anche con la fattibilità». E ribadisce la posizione di FdI «La sintesi la faremo sui dati oggettivi. Vedremo quale misura è finanziabile. Il problema è come finanziarla, deciderà chi si occupa della tenuta dei conti dello Stato». Come anticipato sulle pagine del quotidiano Il Sole 24 Ore una rottamazione delle cartelle con pagamenti diluiti in 10 anni (120 rate di pari importo) costerebbe solo per il primo anno qualcosa come 5 miliardi di euro.

Forza Italia vuole prima l’Irpef

Per Maurizio Gasparri (FI), capogruppo azzurro al Senato il faro resta sul taglio Irpef pur non essendo «contrari alla rottamazione delle cartelle». A sfoderare qualche numero in più sui vantaggi di una nuova riduzione delle tasse e in particolare della regina delle imposte che grava su 41 milioni di dipendenti e pensionati e il responsabile economico di Forza Italia, Maurizio Casasco, secondo cui il taglio al ceto medio non «è una “mancetta”. Con la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi da 28mila a 50mila – dice Casasco anche presidente della commissione di Vigilanza sull’Anagrafe tributaria – rimarrebbero in più in tasca agli italiani 440 euro netti l’anno. E se il taglio dell’Irpef di due punti riguardasse i redditi fino a 60mila euro, in tasca ai cittadini resterebbero 1.440 euro netti annui in più.

La Lega va dritta sulla pace fiscale

«Difficile pensare che di fronte a circa 1.270 miliardi di euro di arretrati fiscali e contributivi, che tengono in ansia circa 23 milioni di famiglie italiane, e 163 milioni di cartelle, non si debba parlare di emergenza nazionale», ha ribadito ancora Alberto Gusmeroli, Presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati, responsabile unità Fisco della Lega e primo firmatario alla Camera della Proposta di Legge sulla rottamazione/rateizzazione lunga. «Non può essere una colpa dichiarare le imposte e non riuscire a pagarle per difficoltà temporanee sanitarie o economiche. C’è bisogno di una grande operazione di tranquillità fiscale e la proposta della Lega di rateizzazione lunga va in questa direzione ed è risolutiva rispetto a diverse criticità delle precedenti rottamazioni, peraltro votate da tutti i partiti politici. È un tema che riguarda ed è il bene di tutti: lavoratori autonomi, dipendenti e pensionati. Questo provvedimento serve per dare respiro e fiducia alle famiglie, far ripartire la fiducia e con essa consumi e crescita economica».

Per il Pd la rottamazione può attendere

Per il capogruppo Dem in commissione Finanze a Montecitorio, Virginio Merola, la rottamazione lunga rischia di essere soltanto un paliativo. «Il vero problema – aggiunge l’esponente del Pd – è l’iniquità fiscale che pesa su lavoratori dipendenti e pensionati, mentre alcuni segmenti economici continuano a beneficiare di vantaggi sproporzionati. Anziché limitarsi a dilazionare i debiti fiscali accumulati e proporre condoni agli evasori che incentivano l’infedeltà fiscale, il governo dovrebbe concentrarsi su una riforma complessiva dell’Irpef che riduca le disuguaglianze e garantisca un sistema più sostenibile per tutti, soprattutto per il ceto medio, i lavoratori dipendenti e le categorie a basso reddito.

Fonte: Il Sole 24 Ore