Fisco, Leo: gli incassi da lotta all’evasione salgono a 32,7 miliardi

Fisco, Leo: gli incassi da lotta all’evasione salgono a 32,7 miliardi

Aumentano nel 2024 gli incassi dalla lotta all’evasione. «Siamo passati da 31 miliardi nel 2023 a 32,7 nel 2024», ha annunciato ieri il viceministro delle Finanze, Maurizio Leo, a margine di un convegno alla Camera sul tema “Finanza oltre i confini – Islamic finance: un’opportunità strategica per attirare investimenti”. «Si sta facendo una lotta all’evasione in stretto coordinamento tra gli indirizzi che vengono dati dal governo e l’azione dell’agenzia delle Entrate» ha aggiunto il viceministro.

L’impulso alla compliance

Un’azione di contrasto all’evasione che, stando anche alle ultime direttive impartite dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dovrà proseguire in modo strutturale anche nel 2025 attraverso, da un lato, all’adozione di un approccio collaborativo tra l’Amministrazione finanziaria e contribuenti che «promuova la semplificazione degli adempimenti, aumenti la compliance volontaria e ne riduca i costi» e, dall’altro, mediante l’introduzione di strategie di controllo ancora più efficaci e sanzioni tempestive. Promuovere dunque la tax compliance, per aumentare il gettito derivante da attività di prevenzione e di contrasto e soprattutto provvedere al completamento della riforma della riscossione, salvaguardando necessariamente gli incassi. Proseguire con la compliance vuole anche dire proseguire con il concordato che, come ha ribadito a più riprese lo stesso viceministro Leo, si potrà rivedere per renderlo più appetibile intervenendo con il correttivo ai decreti attuativi della delega fiscale. E ben vedere dal concordato, poi, sono arrivati 1,6 miliardi di euro che hanno contribuito, come dimostrano i numeri sulla lotta al sommerso, a far salire il saldo della lotta all’evasione del 2024, come ha detto Leo ieri alla Camera a 32,7 miliardi.

Rottamazione delle cartelle

Sul fronte riscossione il viceministro resta fermo sulla sua idea di lavorare alla riforma e soprattutto alla “pulizia” progressiva del magazzino della ex Equitalia sulla quale sono già stati avviati i lavori della commissione incaricata di smaltire definitivamente le cartelle ormai incagliate. Resta comunque possibilista sulla valutazione di una riapertura dei termini della rottamazione quater ma, precisa, «con tutte le cautele delle coperture finanziarie e della Ragioneria. Io, come sapete, sono sempre molto prudente su questi interventi».

I correttivi al Milleproroghe

Sulla riapertura dei termini della rottamazione fiscale in corso, infatti, è ancora in pista un emendamento al Dl milleproroghe all’esame del Senato e su cui la commissione Affari costituzionale si esprimerà all’inizio della prossima settimana. Più concreta potrebbe essere, invece, una riammissione di chi è decaduto dalle rate, ma anche in questo caso la parola passerà alla Ragioneria. «Secondo i conteggi della Ragioneria – ha fatto rilevare ancora Leo – potrebbe venire meno del gettito preventivato (da riscossione ordinaria, ndr). Io spero comunque che si possa intervenire in questo senso», ha concluso il viceministro.

La curva Irpef

Leo è tornato anche sulla correzione delle distorsioni prodotte dalla trasformazione del taglio al cuneo contributivo in detrazioni per i contribuenti che hanno retribuzioni lorde tra gli 8.500 e i 9.000 euro. Il viceministro ha ribadito (si veda Il Sole 24 Ore del 30 gennaio) che il governo punta a una soluzione stabile del problema prodotta dal venir meno della decontribuzione e dunque del fatto che i dipendenti di questa fascia restano incapienti e dunque non possono beneficiare del nuovo contributo che garantisce agli altri 1.200 euro l’anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore