Fisco, sul taglio al cuneo il Governo pronto all’integrazione per i salari più bassi

Fisco, sul taglio al cuneo il Governo pronto all’integrazione per i salari più bassi

Il Governo è pronto a intervenire sui salari più bassi penalizzati dal nuovo taglio al cuneo previsto dalla manovra 2025 e la perdita di fatto di 1.200 euro annuali di trattamento integrativo. Ad ammetterlo è la sottosegretaria all’Economia Lucia Albano: «L’eventuale estensione del trattamento integrativo ai soggetti con una retribuzione lorda tra 8.500 e 9.000 euro sarà oggetto di un’attenta valutazione».

Platea limitata

Nelle risposte alle questioni sollevate da Emiliano Fenu (M5S) e Francesco Emilio Borrelli (Avs) attraverso due distinte interrogazioni, presentate in commissione Finanze della Camera, la Albano sottolinea comunque che «si tratta di un numero assai limitato di soggetti e di una platea che normalmente cambia di composizione ogni anno per motivi legati a dinamiche reddituali e del mercato del lavoro (nuovi ingressi, aumento delle retribuzioni, maggiori o minori straordinari, maggiori o minori ore lavorate). Quindi i soggetti che rientrano in tale fascia di reddito non sono inquadrabili in una specifica categoria di contribuenti».

Le cause della penalizzazione

Da dove nasce il problema denunciato dalla Cgil nei giorni scorsi? Nella ricostruzione fatta nella risposta del Mef «ciò sarebbe dovuto alla circostanza che nel 2024 avevano ricevuto incidentalmente un vantaggio a causa del meccanismo di riduzione dell’aliquota contributiva, che aveva conseguentemente portato ad aumentare i redditi imponibili Irpef. Cominciando a pagare imposte, questi contribuenti avevano ricevuto anche il trattamento integrativo da 1.200 euro che in mancanza di decontribuzione non sarebbe spettato».

La possibile integrazione

Il Governo punta comunque a muoversi con attenzione. Bisognerà «tenere conto – ha sottolineato la Albano – anche della possibilità che di questa estensione beneficerebbero non solo i contribuenti che rientravano in quella fascia di retribuzione nel 2024, ma anche quelli che si troveranno nella suindicata fascia nei prossimi anni. L’estensione del trattamento integrativo mediante una modifica dei suoi criteri di spettanza, pertanto, sarà esaminate nell’ambito di un processo mirato a un maggior sostegno per i lavoratori a più basso reddito piuttosto che per compensare gli effetti di misure temporanee».

Fonte: Il Sole 24 Ore