Focus sugli energetici in Borsa, si scalda la partita delle concessioni idroelettriche
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Vendite sui titoli energetici a Piazza Affari con Terna che guida i cali e deboli anche A2a ed Enel. In una seduta positiva per i listini, a pesare sul settore energia è un mix di fattori tra cui il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato che diventano più competitivi rispetto all’investimento nelle azioni delle società energetiche.
Ma in questi giorni c’è da mettere in conto anche la partita sulle concessioni idroelettriche. Vari attori coinvolti sono pronti alla difesa delle concessioni contro i possibili procedimenti di gara che dovrebbero portare al rinnovo dei contratti nei prossimi anni. Le posizioni di alcuni soggetti di peso – come governo e Confidustria – mettono in luce come il processo di rinnovo delle concessioni manchi di reciprocità nei confronti degli altri paesi Europei, nei quali non sono previste gare a fronte di concessioni molto lunge o perpetue. Inoltre gli impianti idroelettrici rappresentano un asset strategico per il paese sia in termini di disponibilità della risorsa idro per vari comparti industriali, sia per la stabilità del mercato elettrico, rappresentando una fonte energetica rinnovabile e a basso costo. Infine il settore necessita di importanti investimenti infrastrutturali, per il potenziamento e la sicurezza della capacità esistente.
In questo contesto, secondo indiscrezioni di stampa, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia, Gilberto Pichetto Fratin, sarebbe pronto ad un nuovo tavolo negoziale con la Ue che, senza intaccare le risorse disponibili per il Pnrr, punterebbe ad una soluzione comune: la proposta attuale sarebbe quella di estendere la durata delle concessioni in essere in cambio di investimenti ed in attesa di un framework comune a livello europeo.
Gli analisti di Equita sottolineano che «la possibile estensione delle concessioni è un elemento positivo in particolare per A2a (circa 4-5TWh di produzione), Iren (circa 1.3 TWh di produzione), che hanno il 50% circa delle concessioni scadute ed il resto in scadenza al 2029, ed Enel (circa 17-18 TWh di produzione) con assets in scadenza al 2029». Infine per quanto riguarda la sola Italgas è da ricordare il via libera da parte del governo all’acquisizione di 2i rete Gas, rinunciando all’esercizio del golden power. Inoltre, è anche partita ufficialmente l’istruttoria dell’Antitrust sull’operazione, con un risultato atteso entro 3 mesi (quindi in linea con le indicazioni di Italgas di chiudere il deal entro il primo trimestre del 2025). Il Sole 24Ore indica che il focus dell’Agcm sarebbe su 36 Atem, ovvero zone in cui la presenza rilevante delle due società potrebbe portare a una restrizione della concorrenza in fase di gare gas. Secondo le indicazioni del quotidiano, la valorizzazione di tali asset sarebbe «decisamente molto distante» dal valore di un miliardo ipotizzato da alcune indiscrezioni passate che davano questa stima come potenzialmente cedibile da Italgas per superare i rilievi dell’Antitrust.
Fonte: Il Sole 24 Ore