Fondazione D’ARC, un nuovo spazio per l’arte

Lo scorso weekend ha aperto a Roma la Fondazione D’ARC di Giovanni Floridi e Clara Datti. Il nuovo centro per l’arte contemporanea ha trovato sede in un ex capannone industriale splendidamente rinnovato da 3C+t Capolei Cavalli architetti associati e sorge non lontano dalla stazione Tiburtina, distante dai palazzi rinascimentali e dalle rovine romane.

Una location inusuale per la capitale dove tutto accade all’interno della zona Ztl, ma alla Fondazione D’ARC piace stupire evidenziando, in molte scelte, indipendenza di pensiero, una certa originalità e mostrando nella volontà di rigenerare una zona periferica il suo lato più contemporaneo.

Clara Datti e Giovanni Floridi sono una coppia nota nel panorama italiano ma allo stesso tempo defilata ed indipendente, nessuna ossessione di apparire a tutti i costi e nessuna ansia di seguire le mode che nei decenni si sono susseguite. Hanno iniziato a collezionare arte contemporanea quasi 30 anni fa, la prima opera acquistata è una veduta di Venezia di Fabio Aguzzi: il primo amore non si scorda mai ma forse un po’ si rinnega e così è confinato alla sfera privata, nella camera da letto. Ben più significativo il secondogenito, un dipinto astratto di Emilio Scanavino, acquisito per 10 milioni di lire all’inizio degli anni 2000. Oltre ai nomi internazionali come Anselm Kiefer, Joseph Kosuth, Tomas Saraceno, Eva Jospin e Nathlie Provosty, trova grande spazio in Fondazione un dialogo intergenerazionale dedicato agli artisti italiani e oltre a uno specchio di Michelangelo Pistoletto e a un bronzo di Arnaldo Pomodoro si susseguono opere di Arcangelo Sassolino, Chiara Camoni, Giulia Cenci, Loris Cecchini, Giorgio Andreotta Calò oltre a molti altri. Tra i capolavori che hanno segnato il loro percorso, “l’unico quadro per cui ci siamo indebitati”, dicono ridendo, è un dipinto di Giacomo Balla acquistato all’asta.

Dove si cerca l’opera

Le fonti di approvvigionamenti sono varie: case d’asta appunto, gallerie o da altri collezionisti. Così come non si pongono limiti di medium: dipinti, installazioni, sculture e video convivono nello spazio. L’ultima opera arrivata in collezione è un dipinto di Susanna Inglada acquistato alla galleria Maurits Van de Laar di Amsterdam per 10.000 euro, rimarcando una tendenza della collezione che negli ultimi anni sta acquisendo soprattutto opere di artiste donne.

L’allestimento della collezione è a cura di Giuliana Benassi e smaltite le fatiche dell’avvio, la Fondazione nei prossimi mesi sarà lo snodo di diverse iniziative: una residenza dedicata ad artisti internazionali accoglierà il primo ospite nel 2025 ma, soprattutto, la scelta più originale è quella di dedicare parte dello spazio a un “focus Italia” per dare voce a creativi italiani spesso bistrattati pure dalle nostre stesse istituzioni, nella speranza di fare da volano per le loro carriere.

Fonte: Il Sole 24 Ore