Fondazione Musica per Roma: dal 2019 ricavi aumentati del 24,2%

Più attività, più ricavi e anche più pubblico, soprattutto nella fascia dei giovani. Ma il principale risultato del lavoro svolto negli ultimi quattro anni dai vertici della Fondazione Musica per Roma (che comprende Auditorium e Casa del Jazz) è stata la qualificazione dell’offerta culturale, con il conseguente posizionamento di questa istituzione, prima del Covid poco conosciuta e per lo più identificata tout court con l’Auditorium, nel panorama dello spettacolo italiano ed europeo.

Riqualificazione e riposizionamento

«Quando il nostro consiglio di amministrazione è entrato in carica, quattro anni fa, la Fondazione era solida economicamente, grazie al grande lavoro fatto in precedenza per recuperare i crediti e ripianare i bilanci», spiega l’amministratore delegato Daniele Pitteri, tracciando un bilancio di fine mandato di questo cda, che ha presentato il primo piano strategico della Fondazione e che ha posto le basi per una profonda trasformazione culturale e organizzativa di questa istituzione. «C’erano tuttavia due criticità evidenti – aggiunge Pitteri –: la Fondazione si era indebolita sotto il profilo della proposta culturale, proprio perché era stato necessario perseguire come priorità l’equilibrio di bilancio. Inoltre, la struttura organizzativa era estremamente verticistica e caratterizzata da un modello gestionale ormai superato e poco efficiente». Infine, nella comunicazione esterna c’era una marcata sovrapposizione tra l’Auditorium e la Fondazione , che invece ha una sua specifica identità e attività culturale.

Il piano industriale 2020-2024

Il piano industriale presentato a fine 2020, peraltro in piena pandemia, ha dunque cercato di affrontare questi tre nodi partendo dalla consapevolezza che i fondamentali economici erano solidi e consentivano pertanto di modernizzare questa realtà secondo una logica imprenditoriale, cambiarne il posizionamento e darle un’identità culturale nuova. I numeri testimoniano l’efficacia della strategia perseguita: 1.229 attività organizzate (il 6% in più rispetto al 2019), più di mille produzioni culturali (+9%), oltre un milione di spettatori paganti tra il 2020 e il 2023, in crescita del 21% nei quattro anni, tra cui 180mila giovani, e 388 spettacoli che hanno realizzato il «tutto esaurito». Dal punto di vista strettamente economico, la Fondazione ha visto aumentare anche i ricavi, che nel 2023 hanno raggiunto la cifra record di 32,1 milioni di euro, ovvero il 24,2% in più rispetto al 2019. È inoltre aumentata la capacità di autofinanziamento, che rappresenta il 70% delle entrate della Fondazione, mentre il resto proviene dai soci pubblici (Comune di Roma, Regione Lazio e Camera di commercio di Roma). Le fonti di autofinanziamento sono principalmente la biglietteria (oltre 13 milioni di euro nel 2023), ma anche gli eventi congressuali ospitati, i fitti commerciali le e royalties, oltre alla circuitazione delle produzioni, diventata negli ultimi anni una voce importante (più di un milione di euro).

Modello imprenditoriale e finalità pubbliche

L’obiettivo del piano industriale era far evolvere questo luogo (il più grande spazio dedicato allo spettacolo in Europa, attivo 365 giorni l’anno) in un’istituzione capace di usare gli strumenti dell’impresa (adottando ad esempio modelli gestionali moderni), adeguandoli però agli obblighi di un ente pubblico, con l’idea di applicare un modello di impresa che sta sul mercato e produce utili, ma la cui finalità è trasformare il valore economico generato dalle proprie attività in valore culturale e sociale, reinvestendo tale valore su territorio: è stato infatti calcolato che, nei quattro anni, la Fondazione ha generato un impatto economico di oltre 300 milioni di euro, con un effetto moltiplicatore di 2,71.

Per riuscirci, molto è stato investito ad esempio sul personale, sul suo coinvolgimento nelle scelte strategiche e sulla sua formazione. Sono stati avviati dei «cantieri» su diversi macrotemi, grazie ai quali sono state poi sviluppate sia attività, sia misure di organizzazione e gestione del sistema.

Fonte: Il Sole 24 Ore