Fondi di coesione, ai sindaci 4,5 miliardi per 818 misure

Fondi di coesione, ai sindaci 4,5 miliardi per 818 misure

A Firenze 113 milioni dei fondi di coesione andranno a finanziare il primo lotto della tramvia destinata a collegare l’aeroporto e il polo scientifico. A Bari 88 milioni serviranno per il completamento del piano di raccolta differenziata dei rifiuti, la realizzazione del Parco del Castello e il recupero dell’area ex Villaggio Azzurro all’aeroporto «Gino Lisa» per la Protezione civile. A Palermo l’assegno da oltre 68 milioni sarà utilizzato per la riqualificazione dell’ex fiera del Mediterraneo, (30 milioni), dell’asse Notarbartolo- Malaspina- Lolli (13 milioni) e del waterfront “Crispi” (12,5 milioni). A Napoli invece i 31,6 milioni assegnati alla città andranno soprattutto all’impiantistica sportiva, dal Palazzetto di via Stadera alla Cittadella di Via Ulisse Prota Giurleo.

Gli accordi e i sindaci

La geografia dei fondi di coesione si è definita nella trama dei 23 accordi che il Governo ha siglato con le Regioni e le Province autonome fra il settembre del 2023 e il novembre scorso, in base al meccanismo pensato con il decreto Sud (Dl 124/2023) nel tentativo di rivitalizzare una capacità di attuazione dei programmi che i dati sulla spesa effettiva hanno fin qui mostrato parecchio in sofferenza. Come accade nel Pnrr, però, un ruolo di primo piano in questo sforzo tocca ai Comuni, che insieme alle Città metropolitane sono titolari di alcuni degli interventi più visibili per le comunità locali e la loro vita quotidiana. Da lì, insomma, passerà una fetta importante delle chance di successo della riforma dei fondi di coesione, anche sul piano della percezione diffusa che dovrebbe rappresentare il primo obiettivo delle politiche pubbliche.

I numeri

A misurare i numeri di questo impegno è un dossier appena realizzato dall’Anci dopo aver passato in rassegna i contenuti delle intese firmate fra le Regioni e il Governo, sotto la regia del ministro per il Pnrr e la Coesione Raffaele Fitto prima e del suo successore Tommaso Foti poi. Al netto dei 5 miliardi già prenotati per finanziare interventi previsti da una serie di leggi e degli 1,6 miliardi extra riservati alla Campania, il filone ordinario nella programmazione 2021-27 vale circa 24 miliardi. Proprio la Campania guida la graduatoria regionale stilata sulla base delle risorse assegnate (20,8% del totale), seguita da Sicilia (18,2%), Puglia (15%) e Calabria (8,4%). Nella distribuzione dei fondi somme non banali arrivano anche nel Centro e nel Nord del Paese, come conferma il fatto che Lombardia, Abruzzo e Lazio ottengono quote vicine al 4% della dotazione complessiva.

Ma gli accordi dettagliano per ogni territorio interventi e soggetti attuatori, e qui emerge il ruolo di Comuni e Città metropolitane; con i sindaci chiamati a realizzare 818 interventi, cioè il 36,2% dei 2.258 elencati nelle intese sui fondi di coesione, per un valore complessivo che può arrivare a 4,5 miliardi. Il consuntivo delle opere potrebbe poi arricchirsi ulteriormente, perché Comuni e Unioni di Comuni rientrano nella platea d’elezione per altre 50 linee di intervento.

Trasporti e ambiente prima di tutto

Come nel Recovery, dove fra asili nido, impianti di rifiuti e autobus elettrici o metropolitane e tramvie gli enti locali per la natura dei loro compiti finiscono per essere la vetrina dell’attuazione agli occhi dei cittadini, lo stesso accade per i fondi di coesione. Dove il punto di partenza, in termini di realizzazione della spesa, è molto più basso. E quindi lo scatto necessario è più intenso.

Fonte: Il Sole 24 Ore