Fondi pensione: 2024 positivo, salgono i rendimenti. Risorse a quota 243 miliardi (+8,2%)

Fondi pensione: 2024 positivo, salgono i rendimenti. Risorse a quota 243 miliardi (+8,2%)

Dopo la ripartenza del 2023, la previdenza integrativa chiude il 2024 con un andamento sostanzialmente positivo. Anche se continua a mancare un vero cambio di marcia. Alla fine dello scorso dicembre le adesioni sono aumentate del 4,2%, attestandosi a 11,1 milioni, le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto i 243 miliardi, in crescita dell’8,2%. E per i comparti azionari sono stati registrati rendimenti, in media, del 10,4% nei fondi negoziali ed in quelli aperti e del 13% nei Pip (Piani individuali pensionistici). Mentre nelle linee bilanciate sono stati, sempre in media, pari al 6,4% nei fondi negoziali, al 6,6% nei fondi aperti e al 7% nei Pip. Risultati inferiori sono stati rilevati per i comparti obbligazionari e garantiti. A dare conto dell’andamento negli scorsi dodici mesi delle forme di previdenza complementare è l’ultimo monitoraggio della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip).

Iscritti a quota 9,950 milioni

Dalla fotografia scattata dalla Covip emerge che alla fine del 2024 il totale delle «posizioni in essere» delle forme pensionistiche complementari è risultato di 11,1 milioni: +4,2% sul 2023. A queste adesioni, che includono anche quelle di chi aderisce contemporaneamente a più forme, «corrisponde un totale degli iscritti di 9,950 milioni», afferma l’Authority. Che evidenzia come nei fondi negoziali le posizioni siano cresciute di 227.300 unità (+5,7%) per un totale di 4,245 milioni. Nelle forme pensionistiche di mercato, la Covip ha contato 133.900 posizioni in più nei fondi aperti (+6,9%) e 83.500 in più nei Pip (+2,2%) per un bacino complessivo, rispettivamente, di 2,084 milioni e 3,865 milioni di adesioni.

Per i comparti azionari rendimenti medi tra il 10,4% e il 13%

La Covip evidenzia che «al pari dell’anno precedente, anche nel 2024 i rendimenti delle forme di previdenza complementare sono risultati positivi, con valori più elevati per le gestioni con una maggiore esposizione azionaria». L’Authority, in particolare, fa notare che per i comparti azionari si riscontrano rendimenti medi pari al 10,4% nei fondi negoziali ed in quelli aperti e al 13% per i Pip. «Nelle linee bilanciate – si legge nel dossier – i risultati sono in media pari al 6,4% nei fondi negoziali, al 6,6% nei fondi aperti e al 7% nei Pip. Rendimenti medi inferiori, ma comunque positivi, si rilevano per i comparti obbligazionari e garantiti».

La forbice con il Tfr

L’Authority fa poi una valutazione a più lungo raggio, «su orizzonti temporali più coerenti con le finalità del risparmio previdenziale». Nel dossier si afferma che negli ultimi dieci anni (dall’inizio del 2014 alla fine del 2024) i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4,5% per tutte le tipologie di forme pensionistiche. In particolare, per le linee bilanciate i rendimenti medi sono compresi tra l’1,7 e il 2,7%. La Covip poi osserva che la maggior parte delle linee garantite e obbligazionarie mostra invece rendimenti medi positivi ma inferiori all’1% e che le gestioni separate di ramo I dei Pip, che contabilizzano le attività a costo storico e non al valore di mercato, ottengono un rendimento medio dell’1,6%. Nello stesso periodo la rivalutazione del Tfr è risultata pari al 2,4%. «Osservando la distribuzione dei risultati dei singoli comparti tra le diverse tipologie di forma pensionistica e le diverse linee di investimento, tutti i comparti azionari – afferma la Commissione di vigilanza sui fondi pensione – e anche una buona parte dei bilanciati mostrano rendimenti più elevati rispetto ai comparti obbligazionari e a quelli garantiti oltreché al Tfr».

I contributi crescono del 7% e le risorse destinate alle prestazioni dell’8,2%

Una crescita marcata nel 2024 l’hanno fatta registrare le risorse destinate alle prestazioni, arrivate a 243 miliardi: +8,2% rispetto ai 224,4 miliardi di fine 2023. La Covip specifica che circa i tre quinti dell’incremento sono legati all’aumento dei corsi dei titoli in portafoglio, il resto è dovuto ai flussi contributivi al netto delle uscite. In crescita anche i contributi incassati dalle forme integrative: nel corso del 2024 fondi negoziali, fondi aperti e Pip hanno raccolto nel complesso 15,7 miliardi, con una crescita del 7% sull’anno precedente.

Fonte: Il Sole 24 Ore