Fondi pensione, aumentano rendimenti e iscritti. Dai giovani il 19,3% di adesioni

Rendimenti su nei comparti azionari, in media, anche del 10,2% per i fondi negoziali, dell’’11,3% per quelli aperti e dell’’11,5% per i Pip, i Piani individuali pensionistici. Risorse lievitate del 9,1% toccando quota 224,4 miliardi (+9,1%), che salgono a 338 miliardi considerando anche quelle delle Casse di previdenza. Contributi incassati per 19,2 miliardi: +5,2%. E una platea di 9,6 milioni di iscritti, in crescita del 3,7%. Non mancano i risultati positivi nella radiografia sullo stato di salute della previdenza complementare scattata dalla Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, con la relazione annuale sull’attività svolta nel 2023, presentata alla Camera dalla presidente facente funzione, Francesca Balzani. Anche perché proprio il 2023 ha segnato di fatto la vera ripartenza del pianeta delle forme pensionistiche integrative dopo un 2022 tutt’altro che brillante. Un pianeta in cui la partecipazione degli “under 35” sale leggermente dell’1,7% rispetto al 2019 ma resta bassa non superando comunque il 19,3%, e il “gender gap” rimane sempre marcato con una presenza maschile del 61,7% e un picco del 72,7% nei fondi negoziali. L’appeal della previdenza integrativa continua poi a non avere sussulti al Sud. Qualche segnale incoraggiante arriva, tra le nuove adesioni, dalla crescita dei soggetti fiscalmente a carico, ovvero delle posizioni previdenziali attivate dalle famiglie per i figli.

Donne, giovani e lavoratori del Sud ancora poco presenti

«Donne, giovani, lavoratrici e lavoratori delle aree meridionali continuano a essere meno presenti nel sistema della previdenza complementare», si afferma nel dossier Covip in cui si ribadisce che «un’adeguata strutturazione del sistema previdenziale su più pilastri appare sempre più necessaria per mitigare i rischi specifici che interessano il sistema pensionistico di base e per aumentare la probabilità di conseguire prestazioni previdenziali nel complesso più elevate». E per questo motivo si suggerisce, tra i vari interventi, anche una rimodulazione degli attuali benefici fiscali, che «potrebbero trasformarsi in una contribuzione di ingresso nelle prime fasi lavorative».

I fondi pensione sono 302, gli iscritti 9,6 milioni: +3,7%

La relazione della Covip indica anzitutto che alla fine del 2023 i fondi pensione erano 302: 33 fondi negoziali, 40 fondi aperti, 68 piani individuali pensionistici (Pip) e 161 fondi pensione preesistenti. Gli iscritti hanno raggiunto quota 9,6 milioni (il 36,9% delle forze lavoro), in aumento del 3,7% sull’anno precedente. I fondi negoziali contano 3,9 milioni di iscritti (+5,4% sul 2022): nel dossier si fa notare che la metà delle nuove adesioni è da ricondurre al meccanismo dell’adesione contrattuale e che continuano a crescere anche le iscrizioni nel settore del pubblico impiego attraverso il meccanismo del “silenzio-assenso” per i lavoratori di nuova assunzione. Gli iscritti ai fondi aperti sono risultati 1,9 milioni (+5,9%), 3,9 milioni quelli ai Pip (+1,7%) e 656mila ai fondi preesistenti.

Gap di genere: il 61,7% degli iscritti è rappresentato da uomini

Dal dossier emerge che gli uomini rappresentano il 61,7% degli aderenti alle forme pensionistiche integrative, con un picco del 72,7% nei fondi negoziali, confermando il gap di genere. Nelle forme di mercato le donne raggiungono il 42,6% nei fondi aperti e il 46,6% nei Pip.

Aumentano, ma di poco, i giovani fino a 34 anni: tra i 35 e i 54 anni il 47,8% degli iscritti

Il 47,8% degli iscritti ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, il 32,9% ha almeno 55 anni. Nella relazione dell’Authority si afferma che «pur attestandosi ancora su percentuali inferiori rispetto alle altre fasce, negli ultimi anni il peso della componente più giovane (fino a 34 anni) sul totale degli iscritti è comunque cresciuto, passando dal 17,6% del 2019 al 19,3% del 2023». Rispetto alle forze di lavoro dal confronto con il 2019 emerge che nel 2023 il tasso di partecipazione della classe più giovane (27,4% tra i 15 e i 34 anni) cresce di 6 punti percentuali e quello delle altre fasce di 3,5-4 punti percentuali.

Fonte: Il Sole 24 Ore