Forfettari, concordato al via: in arrivo le proposte del Fisco

L’operazione del concordato preventivo parte ufficialmente anche per i forfettari. Con il rilascio del software da parte di Sogei, atteso il 15 luglio, anche le partite Iva in regime agevolato possono cominciare a calcolare la proposta del Fisco. E mentre il decreto correttivo alla riforma fiscale ritocca procedure e modalità di calcolo, restano sul tavolo le richieste degli ordini professionali di prevedere ulteriori vantaggi per chi aderisce al patto fiscale, in primis sul fronte dei controlli.

La partenza ritardata rispetto ai soggetti Isa (per i quali il programma di elaborazione è disponibile già dal 15 giugno) non è certo l’unica peculiarità. Per i forfettari – «in via sperimentale» – il patto fiscale sarà annuale e non biennale. Ed è chiaro che ditte, autonomi e professionisti saranno indotti ad aspettare fino all’ultimo per decidere se accettare la proposta reddituale sul 2024 (il termine di adesione è il 31 ottobre), così da avere la più ampia “visibilità” sui risultati dell’anno. Senza bisogno di scommettere fin d’ora sul 2025 – a differenza dei colleghi in regime ordinario e sottoposti agli Isa – e con uno storico 2024 di quasi dieci mesi, l’accordo si fa più consuntivo che preventivo. Avrà buon gioco chi sarà certo di avere affari in crescita nel 2024 e potrà quindi pattuire un imponibile inferiore, su cui versare la flat tax al 15% (al 5% per le “nuove attività”).

Il target della flat tax

Quanti forfettari saranno potenzialmente coinvolti dall’operazione? Non certo tutti gli 1,8 milioni registrati dalle ultime statistiche fiscali delle Finanze. Perché, a parte lo sbarramento del reddito minimo di 2mila euro, ci sono diverse cause di esclusione, come l’esser passati al regime agevolato nel 2024 o aver aperto la partita Iva nel 2023 direttamente in forfait (si veda l’articolo a lato).

Nelle dichiarazioni 2023 il reddito netto imponibile dei forfettari è stato pari a circa 27,5 miliardi di euro, per una media pro capite di 16.381 euro. Mentre l’imposta sostitutiva (del 15% o 5%) ammonta a circa 3,2 miliardi di euro, con un valore medio di 1.947 euro. Sugli oltre 1,8 milioni di soggetti in flat tax, circa 1,5 milioni (83%) l’anno precedente erano già nel regime forfettario, oltre 258mila non erano titolari di partita Iva, 30mila avevano dichiarato un reddito soggetto a tassazione ordinaria, e 17mila erano in regime fiscale di vantaggio (gli ex minimi).

Nuovo applicativo in campo

Prendendo a riferimento i parametri settoriali Isa e i relativi coefficienti di rivalutazione, il nuovo software agirà direttamente sul modello dichiarativo: consentirà, tramite l’applicativo Redditionline, di calcolare la proposta di concordato compilando il quadro LM del modello Redditi 2024. Proposta che si potrà accettare entro il termine di presentazione della dichiarazione (31 ottobre, come detto).

Fonte: Il Sole 24 Ore