Formati in Ghana, al lavoro in un’azienda di Bergamo

A Bergamo arrivano i primi operai formati in Ghana. L’esperimento, che sfrutta le normative sul lavoro del cosiddetto Piano Mattei, è stato realizzato dall’azienda di costruzioni e impianti Crs, la cui capogruppo possiede società partecipate in Repubblica Ceca, Polonia, Messico e Ghana, appunto. Ed è qui che la storia parte.

La Crs è presente in Africa da un decennio. In Ghana ha realizzato due ospedali, una parte del Parlamento, un campo universitario e ville private. Il Covid, ricorda l’imprenditore Stefano Civettini, ad dell’impresa, ha bloccato i progetti di crescita, i pagamenti si sono fermati e il Paese non è riuscito a onorare gli impegni.

A quel punto l’azienda italiana ha dovuto fare una scelta: proseguire o chiudere l’esperienza africana. Tuttavia molte professionalità erano già formate, un peccato non andare avanti. L’idea è stata di proseguire in Ghana mantenendo attiva la sede della società ma al contempo di portare molti lavoratori in Italia, dove è difficile trovare operai specializzati.

Nel progetto è stata coinvolta l’ambasciata italiana, le autorità del Ghana e le varie istituzioni italiane, perché superare la burocrazia non è semplice. «Gli ingegneri è facile portarli in Italia, sono figure professionali per le quali avere un Visto è abbastanza semplice, nonostante arrivino da Paesi extra Ue. Per noi italiani infatti la formazione professionale è associata a un diploma o a una laurea – spiega Civettini – Il problema si è posto per gli operai, con bassi titoli di studio ma con una forte esperienza lavorativa. Così è nata l’idea di una formazione locale». Il Piano Mattei infatti prevede che chi ha un’azienda all’estero controllata in Italia, con dipendenti da oltre 24 mesi, possa arrivare in Italia in modo regolare, con un percorso di formazione.

Alla fine la Crs ci è riuscita: si è portata in Italia, da pochi giorni, 16 giovani lavoratori, che già in Ghana hanno seguito la prima parte di un percorso di formazione che include anche le basi linguistiche dell’italiano. A Bergamo adesso proseguiranno, per completare due anni di formazione non solo professionale, ma anche linguistica, culturale e sociale. «I lavoratori ricevono stipendi regolari da operai italiani, una parte la utilizzano per vivere in Italia, una parte la versiamo nei loro conti correnti in Ghana, dove hanno famiglie da mantenere», spiega Civettini.

Fonte: Il Sole 24 Ore