Formazione, da settembre nasce la nuova filiera tecnica: ecco come saranno i nuovi percorsi
Da settembre nasce la nuova, e innovativa, filiera formativa tecnologico-professionale che mette in campo, per la prima volta, un’offerta integrata che comprende, e raccorda tra di loro, i percorsi di istituti tecnici e professionali, i percorsi di istruzione e formazione professionale regionali (IeFP), delle istituzioni formative accreditate dalle regioni e degli Its Academy. Legandoli, anche qui per la prima volta in modo robusto, ad aziende e territori di riferimento, in un’ottica di “campus”. A prevederlo è il Ddl Valditara che, dopo l’approvazione del Senato, è a un passo dal via libera finale alla Camera.
Il modello 4+2
La novità principale è l’avvio, al momento sotto forma di sperimentazione nazionale (in attesa della completa attuazione del Ddl), del cosiddetto modello 4+2, vale a dire quattro anni di scuola secondaria superiore più due anni negli Its Academy. Con il nuovo anno si parte con circa 3mila studenti (che hanno già fatto l’iscrizione a gennaio-febbraio) e 150 scuole (sono state validate dal Mim circa 200 filiere). La sfida è offrire ai ragazzi una formazione vicina alle esigenze del mondo del lavoro che agevoli, al tempo stesso, la prosecuzione degli studi nei percorsi di istruzione terziaria degli Its Academy, con l’ottenimento, in sei anni, di un titolo di alta specializzazione tecnica.
Cosa prevedono i nuovi percorsi
I percorsi della filiera prevedono corsi di studio quadriennali (anziché quinquennali), con il conseguimento un anno in anticipo, come accade in moltissimi paesi europei, ad esempio Germania, Svezia, Svizzera e Austria, del diploma di istruzione secondaria di secondo grado dopo aver superato l’esame di Stato. Gli alunni si troveranno di fronte programmi nuovi, non una compressione di quelli pensati per il quinquennio. L’organico dei docenti dei cinque anni verrà impegnato sull’offerta formativa dei quattro anni senza nessuna riduzione a garanzia della qualità della formazione, aprendo così a un potenziamento vero dell’insegnamento. Ci sarà più spazio per l’alternanza scuola-lavoro e la didattica laboratoriale, una forte internazionalizzazione, e in cattedra potranno salire docenti aziendali per adeguare l’offerta ai bisogni del territorio e alle innovazioni. Tutto ciò consentirà ai ragazzi di inserirsi rapidamente in settori altamente qualificati. Si favorirà per la prima volta anche la ricerca.
Fonte: Il Sole 24 Ore