Foti, chi è il successore di Fitto: dal Movimento sociale a meloniano doc
E’ Tommaso Foti il successore di Raffaele Fitto al ministero degli Affari europei. Piacentino, meloniano doc, inizia giovanissimo l’attività politica, iscrivendosi a soli 16 anni nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale, in cui successivamente ha ricoperto l’incarico di segretario provinciale, di componente della Direzione nazionale, e nel 1983 di componente dell’Esecutivo Nazionale.
Consigliere comunale a Piacenza a soli 20 anni
Alle elezioni amministrative del 1980 viene eletto consigliere comunale di Piacenza per il Movimento Sociale Italiano, a soli 20 anni, venendo successivamente confermato in ogni consultazione, anche per Alleanza Nazionale, per altri sei mandati e rimanendo in carica fino al 2005.
L’adesione alla svolta di Fiuggi di Fini
Nel 1995 aderisce alla svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini che portò allo scioglimento del MSI-DN e la fondazione di Alleanza Nazionale. Viene eletto per la prima volta alla Camera dei deputati in occasione delle politiche del 1996 per il Polo per le Libertà (in quota Alleanza Nazionale) nel collegio di Piacenza, dove ottiene il 41,32% e supera di misura Gianfranco Pasquino dell’Ulivo (40,97%) e Giorgio Alessandrini della Lega Nord (17,71%), diventa membro del consiglio direttivo di AN alla Camera per la XIII Legislatura. Nel 1998 viene nominato anche vicesindaco di Piacenza con delega al Bilancio, all’Economato e alle Imposte e Tasse all’interno della giunta comunale di centro-destra guidata da Gianguido Guidotti. Ricopre la carica fino al 2001, quando deve dimettersi a causa dell’incompatibilità tra gli incarichi nazionali (cioè la Presidenza della Bicamerale) e gli incarichi amministrativi locali. Alle elezioni politiche del 2001 viene riconfermato alla Camera nel medesimo collegio per la Casa delle Libertà (in quota AN), Stesso film alle politiche 2006 e a quelle del 2008.
La scissione del Pdl e la nascita di Fdi
In dissenso verso il sostegno del PdL al governo Monti, a dicembre 2012 partecipa alla scissione del PdL guidata da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto che porta alla nascita di Fratelli d’Italia (FdI), nelle cui file si è ricandidato alla Camera nella circoscrizione Emilia-Romagna alle elezioni politiche del 2013: tuttavia, a causa dei bassi risultati ottenuti dalla lista in Regione e della sconfitta a livello nazionale della coalizione di centro-destra, non viene rieletto deputato, nonostante il sesto miglior risultato nazionale ottenuto a livello provinciale da FdI sia stato proprio a Piacenza.
La carriera alla Camera fino a capogruppo Fdi
Alle elezioni politiche del 2018 è stato eletto alla Camera, vincendo il collegio uninominale Emilia-Romagna – 14 (Piacenza) per la coalizione di centrodestra in quota FdI, ottenendo il 47,39% e superando Filippo Ghigini del Movimento 5 Stelle (23,22%) e Patrizia Calza del centrosinistra (21,24%). Alle elezioni politiche del 2022 viene ricandidato alla Camera nel collegio uninominale Emilia-Romagna – 01 (Piacenza) per la coalizione di centro-destra, oltreché come capolista nei collegi plurinominali Emilia-Romagna – 01 ed Emilia-Romagna – 03.[8] Viene eletto all’uninominale con il 52,53%, superando Beatrice Ghetti del centrosinistra (25,68%) e Carmine De Falco del Movimento 5 Stelle (8,24%)[9]. Diventa poi vicepresidente vicario del gruppo alla Camera. Dal 9 novembre 2022 ricopre la carica di Presidente del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia alla Camera, in sostituzione del deputato Francesco Lollobrigida, diventato ministro dell’agricoltura nel nuovo governo Meloni.
Fonte: Il Sole 24 Ore