Fotovoltaico galleggiante, dopo i test di Catania Enel valuta un piano di sviluppo

Fotovoltaico galleggiante, dopo i test di Catania Enel valuta un piano di sviluppo

Fotovoltaico galleggiante, dopo la sperimentazione iniziata qualche anno fa nell’Innovation Lab di Catania, Enel ha qualche decina di MW in valutazione in Italia, in diversi siti, e stima una potenzialità di qualche centinaio di MW. I test di Catania sono stati utili per la messa a punto di un impianto pilota da 1 MW nella centrale idroelettrica di Venaus (Torino) su una vasca di raccolta, che ora visti i buoni risultati si prepara a raddoppiare la capacità.

I vantaggi

La tecnologia prevede l’installazione, attraverso strutture galleggianti, di pannelli fotovoltaici sull’acqua: laghetti, bacini idroelettrici, cave dismesse o dotate di uno specchio d’acqua. Diversi i vantaggi: praticamente annulla l’occupazione di suolo, permette installazioni e smantellamenti veloci, migliora la pulizia dei moduli e aumenta la loro resa, visto che il raffreddamento dell’acqua porta a un aumento di produzione anche superiore al 5%. Senza contare la possibilità di meccanismi di inseguimento con un guadagno energetico fino al 25%. Può inoltre portare benefici ambientali come il contenimento della fioritura delle alghe o contribuire alla soluzione del problema dei sedimenti nei bacini: Enel, per esempio, ha allo studio sistemi di desedimentazione legati proprio al solare galleggiante. Abbatte infine l’evaporazione: sul bacino della centrale di Enel che sorge nella valle del fiume Anapo (Siracusa), un impianto di fotovoltaico flottante da 6 MW che occupa circa il 15-20% della superficie del bacino ha portato alla riduzione dell’evaporazione del 20-30%, pari a 100mila metri cubi di acqua guadagnati in un anno. Un tema rilevante soprattutto in tempi di siccità.

L’ibridizzazione

In generale, il fotovoltaico flottante rappresenta un modello di ibridizzazione delle tecnologie che il settore delle rinnovabili sta valutando sempre di più in ottica di ottimizzazione della produzione. La sperimentazione di Enel è nell’integrazione con l’idroelettrico. Il gruppo ha 13 GW di capacità idroelettrica installata in Italia: si può vedere il potenziale. Un esempio classico: le centrali di pompaggio, in cui l’energia dal sole può essere utilizzata per portare in quota l’acqua che servirà poi ad alimentare la turbina. Ma non solo: presso l’impianto, sempre idroelettrico, di Montelupone (Macerata), Enel ha invece installato pannelli solari sopra un canale di derivazione. Stesso progetto per Narzole (Cuneo). Entrambi sono ora attivi.

Nonostante sia ancora agli inizi e presenti ancora costi relativamente elevati – non essendo possibili economie di scala – il solare flottante rappresenta una tecnologia promettente e il settore è in attesa nei prossimi anni di un’evoluzione tecnologica, legata soprattutto alle strutture galleggianti, che abbasserà i prezzi. Una minima filiera, in Italia, non manca e la stessa Enel ha collaborato con aziende italiane per lo studio e la realizzazione degli impianti pilota.

Il decreto Fer 2

Nel decreto Fer 2 firmato dal ministro dell’Ambiente all’inizio dell’estate per promuovere la produzione da fonti rinnovabili innovative, il «fotovoltaico floating su acque interne» (oltre all’«offshore floating») è contemplato nello schema di incentivi per un contingente di 50 MW e una tariffa di riferimento per gli impianti di potenza maggiore a 1 MW di 75 euro al MWh (90 per quelli con potenza inferiore). L’associazione di categoria Italia Solare aveva chiesto numeri più alti visto il fermento proprio riguardante i progetti di questo tipo, con impianti in sviluppo e richieste di autorizzazione in corso. Ora auspica che il fotovoltaico flottante su acque interne venga inserito nel prossimo decreto Fer X con un livello tariffario prossimo ai 100 euro al MWh.

Fonte: Il Sole 24 Ore