Fra campagna e mare, la quieta e ancestrale Puglia d’inizio estate
I sette grandi della Terra attesi in Puglia dal prossimo giovedì per il G7, insieme al Pontefice Francesco e al segretario dell’Onu, proveranno la stessa meraviglia che fece innamorare del Tavoliere lo stupor mundi Federico II di Svevia. Il viaggio alla scoperta di questa terra lunga, lunga tra due mari e un oceano di ulivi non può che cominciare da Castel del Monte, che sembra un’astronave duecentesca atterrata con la sua assurda forma ottagonale al limitare delle Murge. Un incipit classico, eppure imprescindibile per scoprire questa regione che, anche dopo la sbornia turistica nelle estati pandemiche, conserva luoghi altrettanti mistici e un poco misteriosi: ad esempio Lucera, con un’altra fortezza federiciana dal vertiginoso giro di ronda, un anfiteatro romano e una cattedrale in stile gotico angioino che invita anche i più recalcitranti all’idea di organizzarvi le proprie nozze.
Poi il borgo di Troia, che sembra sfidare la Puglia con la leggerezza e finezza del rosone della sua Cattedrale di Santa Maria Assunta, che con le undici colonnine e capitelli corinzi è un merletto arabeggiante. E come definire se non con incanto Oria, con il suo castello, che l’ultima edizione della guida Lonely Planet descrive giustamente «un luogo magico, arroccato su un colle che spunta come un miraggio dalla piana brindisina».
Questo primo assaggio di Puglia comprende anche le montagne di oro bianco e le archeologie ferrose delle Saline Margherita cinte dagli stagni abitati dai fenicotteri; la grotta dell’Arcangelo San Michele a Monte Sant’Angelo, dove si compra il pane tondo dei suoi forni per gustarlo poi sin sulla spiaggia di Vieste; il tentativo (riuscito) dell’artista Edoardo Tresoldi di ricostruire la basilica di Siponto, e con essa il tempo, con tonnellate di rete metallica. Per soggiornare provate la seicentesca Masseria Celentano di San Severo, dove godere pantagrueliche cene contadine sotto cieli pieni di stelle che sembrano candelabri accesi in esclusiva.
Scendendo verso sud, si è attratti da Turi, soprattutto ora che è la stagione delle sue ciliegie Ferrovia, grosse, succose e amate da Antonio Gramsci e Sandro Pertini che furono rinchiusi nel suo piccolo carcere. Per la raccolta delle mandorle di Toritto, invece, bisognerà aspettare fine agosto. Intanto vale la pena deviare a Trani, per inchinarsi di fronte alla sua cattedrale di pietra chiara, e poi verso il faro dentro il porticciolo di Molfetta in cui addentare la focaccia al pomodoro. Magari ci si può incuneare dentro quel mondo di stalattiti che sono le grotte di Castellana, per poi penetrare il pianeta ancestrale racchiuso nel cuore di Gravina in Puglia. Così come un canyon del West americano appare Castellana, il paese dal quale partì Rodolfo Valentino per conquistare l’ Hollywood degli albori.
Questa che inizia, però, è l’estate di Domenico Modugno e Pino Pascali, geni diversi tra loro eppure uniti dal legame con Polignano a Mare. Chissà se Joe Biden sarà condotto a vedere la statua in bronzo che ritrae il cantante a pochi metri da quella Lama Monachile che trafigge la costa come un coltello «blu dipinto di blu». Mimmo, nato qui un secolo fa, da ragazzo vi andava per tuffarsi in mare, per poi gustare un cono gelato al Super Mago del Gelo, che per i leader del G7 ha creato un’apposita coppa. L’artista Pino Pascali, che la Fondazione Prada di Milano celebra con una mostra fino al 23 settembre, ha avuto una vita breve eppure intensa, che gli è valso quel Museo raggiunto dalle onde del vicino Adriatico nei rari giorni in cui il mare si incaponisce: in tal caso, fate due passi sino al panificio Delizie del Grano e verrete iniziati alla passione incurabile per il tarallo.
Fonte: Il Sole 24 Ore