Fra i fiori e gli scones del The Kensington, Londra svela il suo volto più soft

C’è un lusso discreto e gentile che si cela dietro piccoli hotel che non appartengono a grandi gruppi dalla comunicazione roboante. E sono quegli indirizzi che ci piace scoprire e conservare gelosamente affinché non travalichino il confine del mainstream crescendo in prenotazioni e prezzi. The Kensington a Londra appartiene a questa categoria: una town house dalla posizione super in un ampio viale, distante una piacevole passeggiata dalla metropolitana di South Kensington e dalla quale sempre a piedi si raggiungono Hyde Park e il quartiere dei musei, quello di Storia Naturale, quello del Design e il Victoria & Albert, per citare solo i più importanti.

Facciata bianca vittoriana, e stesso stile all’interno. Pavimenti in legno che scricchiolano, caminetti accesi, cuscini colorati, cassettiere antiche e tappeti moderni, piante e fiori freschi sui tavoli, ospiti che leggono nel bow window, altri che chiacchierano davanti a una teiera d’argento fumante con le alzatine piene di scones e dolcetti. L’atmosfera è quella delle case inglesi, e persino le scale che portano alle stanze non sono spoglie e fredde, ma piene di ritratti d’epoca e incisioni ottocentesche che ci si sofferma volentieri a osservare. In camera c’è tutto quello che serve, anche le prese di fianco al letto (queste sconosciute!), l’indispensabile adattatore (nel cassetto), riviste lifestyle e guide sulla città.

Letti comodi, tappezzerie fantasiose e tanta luce che inonda la stanza nelle belle giornate londinesi (capitano, e nel caso ci sono anche le biciclette dell’hotel per girare). Nonostante le 150 camere non hai mai la sensazione di affollamento. Il ritmo è soft, e quando scendi a fare colazione ti coccolano riempiendo il tavolo di infusi e deliziose bowls di superfood, come l’açai, la bacca antiossidante della foresta amazzonica. Oppure puoi scegliere i grandi classici, dall’avocado toast all’omelette. Tutto servito in porcellana delicata e posateria silver.

Il ristorante è aperto tutto il giorno e frequentato dai londinesi per la sua luce, la sua tranquillità e la buona cucina inglese (sì, quando è curata è molto gustosa) stagionale e possibilmente con ingredienti prodotti non troppo lontano. Da provare il controfiletto al pepe. Altro ritrovo della città è il K Bar, molto retrò con le sue boiserie in legno, i lampadari da sala da ballo e i dettagli in ottone, compresa la porta che proviene dalle Poste Generali di Dublino, scena dell’infausto Easter Rising del 1916: a un occhio attento non sfuggiranno i buchi dei proiettili. Attualissimi invece i drink, come l’agrumato King of Queen’s Gate, a base di whisky. Per essere un cinque stelle elegante e accogliente in una zona centralissima della città, il rapporto qualità-prezzo è davvero interessante. E Londra, si sa, non fa sconti!

Fonte: Il Sole 24 Ore