Francia: a rischio gli obiettivi di bilancio 2024 e 2025

Obiettivi a rischio. La Francia, sulla quale già pende una procedura europea per disavanzo eccessivo, potrebbe mancare gli impegni presi sul bilancio con la Commissione europea. Il deficit del 2024 potrebbe raggiungere – in assenza di manovre correttive – il 5,6%, contro un obiettivo del 5,1%. Il disavanzo sarebbe superiore a quello del 2023, contestato dalla Ue e pari al 5,5% contro un obiettivo del 4,9%. Il bilancio 2025, per inerzia, potrebbe chiudersi con un deficit del 6,2%, contro un obiettivo del 4,1 per cento.

Sedici miliardi di spese eccessive

Sono numeri preoccupanti. Per il 2024 mancano all’appello 15-16 miliardi: è lento l’afflusso delle entrate mentre sono state affrontate spese non previste, come gli interventi in Nuova Caledonia, dove sono stati inviati gendarmi per sedare le rivolte, e le elezioni anticipate. La voce più incisiva riguarda però le amministrazioni locali, che da sole hanno speso 16 miliardi in più del preventivato. Non è inverosimile che abbia pesato il “ciclo elettorale” delle spese pubbliche. Prima del voto, il governo prevedeva uscite statali complessive per 492 miliardi per il 2024, in calo dai 496 miliardi del 2023, e per 488 miliardi per il 2025.

Conti per ora «in salvezza»

Il ministero dell’Economia ha fatto sapere di aver messo il bilancio “in salvezza”. Nel senso che ha congelato al momento spese per 16,5 miliardi allo scopo di centrare gli obiettivi concordati. Risparmi così consistenti potrebbero però risultare politicamente inopportuni per il nuovo governo in formazione. Il presidente Emmanuel Macron non ha ancora scelto il primo ministro (che non ha bisogno di fiducia): al tecnico Thierry Beaudet si affiancano ancora i nomi, politicamente delicati, del gollista Xavier Bertrand, e dell’ex socialista Bernard Cazeneuve.

Tagli aggressivi per il budget 2025

La questione diventa anche più delicata per il bilancio 2025 che il nuovo esecutivo dovrà definire in tempi molto stretti. Il ministero dell’Economia ha dovuto elaborare un progetto tecnico, nel quale mancano misure politicamente qualificanti, e i tagli sono importanti. Parte del documento è stat inviat al Rapporteur générale del bilancio all’Assemblée, Charles de Courson, indipendente di centro, e al presidente della Commissione Finanze Éric Coquerel, della France Insoumise, che a fine agosto avevano chiesto informazioni sull’andamento dei conti, in forte ritardo rispetto alla scadenza del 15 luglio prevista dalla normativa. Coquerel, in un comunicato, parla di tagli necessari per 60 miliardi e ha spiegato che il budget attuale prevede, rispetto al preventivo 2024, riduzioni di spese del 18% per il sostegno allo sviluppo, dell’11% per lo sport, del 6% per l’agricoltura, dell’1% per l’ecologia, dello 0,8% della sanità. Per il lavoro si immagina un aumento delle spese dell’1%, per l’istruzione dello 0,5%. Soltanto difesa e sicurezza vedranno aumentare le spese a ritmi superiori all’inflazione, informa Coquerel che non fornisce però cifre. Non può sorprendere che anche all’interno del governo dimissionario il documento abbia creato a fine agosto frizioni tra Bruno Le Maire, titolare dell’Economia dal 2017, e Gabriel Attal, primo ministro uscente.

L’ipotesi di imposte retroattive

Attal ha imposto un progetto di bilancio 2025 strutturalmente uguale a quello del 2024, che faccia da “pagina bianca”, su cui scrivere le nuove politiche, al nuovo governo. Le Maire ha comunque predisposto alcune soluzioni alternative. Il congelamento delle spese del 2024, molto ampio, potrebbe essere quantomeno ridimensionato se il nuovo governo decidesse di approvare imposte retroattive: il ministero ha preparato un progetto per tassare gli extraprofitti delle società energetiche e per i buy back, che potrebbero generare un flusso di tre miliardi. Due misure in ogni caso politicamente impegnative.

Fonte: Il Sole 24 Ore