Francia, Germania e Spagna contro Trump sulla Groenlandia: frontiere inviolabili
Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot – proprio nel giorno della visita del Segretario di stato americano uscente, Antony Blinken – esorta la Commissione europea ad agire «con la più grande fermezza»’ contro le ingerenze straniere. Il riferimento è alle dichiarazioni del miliardario patron di X e prossimo membro del governo Usa Elon Musk, ma anche alle minacce del presidente eletto Donald Trump di volersi prendere la Groenlandia. «È fuori discussione che la Ue possa lasciare altre nazioni del mondo, qualunque esse siano, prendere di mira le sue frontiere sovrane», ha aggiunto Barrot. E il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha aggiunto: «L’inviolabilità dei confini vale per ogni Paese». Scholz ha spiegato di aver avuto uno «scambio di opinioni» con «i capi di Stato e di governo dell’Unione europea e con la presidente della Commissione europea sugli eventi attuali. Il principio dell’inviolabilità delle frontiere vale per ogni Paese, indipendentemente dal fatto che si trovi a est o in Occidente, e quindi ognuno deve rispettarlo, indipendentemente dal fatto che si tratti di un piccolo Paese o di uno Stato molto potente», ha detto ancora Scholz, sottolineando che «i confini non possono essere spostati con la violenza» e che è importante che i paesi partner europei agiscano «insieme e con unità» su questo tema.
«Non entriamo nello specifico delle dichiarazioni» di Donald Trump, ha dichiarato una portavoce della Commissione Ue in merito alle dichiarazioni del presidente eletto americano sull’annessione della Groenlandia. «È chiaro che la sovranità degli Stati deve essere rispettata, e questo vale anche per il Regno di Danimarca. Noi vogliamo lavorare ad una forte agenda transatlantica», focalizzata «su una forte cooperazione su comuni interessi strategici», ha aggiunto la portavoce.
Ue, non saliremo al 5% del Pil per spesa Nato
All’indomani delle ripetute esternazioni ostili da parte di Trump, gli esponenti europei appaiono al contempo imbarazzati, inclini a minimizzare la situazione derubricandola a “boutade”, ma mostrano anche irritazione e sconcerto per l’atteggiamento di quello che è storicamente il principale partner e alleato. Anche perché Trump ha alzato la posta anche sulla quota di finanziamento alla Nato da parte dei paesi membri, chiedendo, sempre agli europei, di passare al 2% al 5% del Pil. Sulla questione è arrivata la risposta europea: «Non abbiamo questo obbiettivo di spesa nell’Ue», ha detto la portavoce della Commissione Europea commentando la richiesta di Trump. «È chiaro però che la minaccia della Russia ci spinge a fare di più ma non è solo una questione di quanto si spende ma di come si spende», ha aggiunto ribadendo che in Europa il livello di spesa militare ha toccato livelli record.
Sanchez: Musk fomenta odio
Anche le ripetute ingerenze verbali di Elon Musk hanno irritato alcuni leader europei. Alle parole del ministro francese Barrot sono seguite le dichiarazioni del premier spagnolo Pedro Sanchez, secondo cui Musk, proprietario di X e alleato di Donald Trump, «attacca apertamente le nostre istituzioni» e «fomenta l’odio» citando le affermazioni contro Scholz e contro il prmo ministro britannico Starmer.
Durante un discorso pronunciato in occasione dell’inizio delle commemorazioni ufficiali per il 50° anniversario della morte del dittatore Francisco Franco, Sanchez ha accusato Musk di guidare un movimento «reazionario internazionale» che «attacca apertamente le nostre istituzioni, fomenta l’odio e chiede apertamente il sostegno degli eredi del nazismo alle prossime elezioni in Germania. Tutto questo è un problema, una sfida, una sfida che dovrebbe riguardare tutti noi che crediamo nella democrazia», ha aggiunto il premier socialista durante l’evento al museo d’arte Reina Sofia di Madrid, che ospita il dipinto “Guernica” di Pablo Picasso, una delle più note opere antifranchiste.
Fonte: Il Sole 24 Ore