
Frena anche il Napoli a Firenze. Una grande ammucchiata in vetta al campionato
La ripartenza del Milan
E vogliamo parlare del Milan, felicemente vincente (2-0) sul non irresistibile Bologna? Idem come sopra. Dopo il combattuto pareggio con l’Atalanta (1-1), sui rossoneri erano piovuti giudizi severi. «Qualcosa si è inceppato nei campioni d’Italia» ammonivano diversi quotidiani. Difesa poco attenta, Leao e Tonali ancora fuori forma, scarsa concentrazione. Critiche quasi tutti pertinenti tranne un particolare: che la squadra di Gasperini, ora anche lei in vetta, non è il Fanfulla. E che un pareggio a Bergamo, non era così malvagio.
Passa solo una settimana e il Milan è di nuovo sugli scudi. «Un Milan di classe», «Il Milan riprende il volo» e via col tango. Dalla polvere all’altare: eppure è sempre lo stesso Milan con in più questo golden boy, Charles De Ketelaere, sulla buona strada per incatenare il cuore dei tifosi. Anche per il biondo però la prudenza non guasta. Il Bologna non è il Barcellona e il buon Charles, autore di uno splendido assist per Leao, non è ancora il principe di San Siro. Cala Trinchetto, diceva quella vecchia pubblicità. Aspettiamo magari di vederlo nel derby, un test più probante. Purtroppo abbiamo un disperato bisogno di sognare. Sarà per la fine delle vacanze o per la campagna elettorale che entra nel vivo.
Napoli in frenata
Dicevamo del Napoli, che pur avendo avuto la possibilità di staccarsi dal gruppo, non è riuscito a battere i viola a Firenze. Dopo aver fatto 9 gol in due partite, improvvisamente la squadra di Spalletti è rimasta a secco. In realtà, pur frenando, non ha giocato male. Si è visto un buon debutto di Raspadori, un gol in fuorigioco di Osimhen, tanta voglia di vincere ma anche molta imprecisione. Un pareggio giusto, considerando la buona prova dei viola. E allora? Perché quelle facce lunghe? Il problema è che anche sul Napoli si sono create aspettative esagerate. Sia per nuovi arrivi, tutti di alto livello, sia per quel clima di effervescenza che sa di ripartenza che circonda la società. Come dimostra il can can creato dall’ipotesi, poco probabile, dell’arrivo di Ronaldo a Napoli. «Lui vince da solo», ha commentato Spalletti tanto per alimentare il calderone mediatico. Al di là degli aspetti economici e di marketing, un surgelato egocentrico come Ronaldo, a Napoli, ci sta come i cavoli a merenda. In più, se il Manchester United lo vuol dare via, qualche motivo, oltre al fatto che ha 37 anni suonati, ci sarà.
La Juve che non chiude
Particolare invece il pareggio (1-1) della della Juve con la Roma. Vogliamo dirla tutta? La Juventus avrebbe dovuto stravincere. Soprattutto nel primo tempo, dove non c’è stata partita. Se i bianconeri hanno avuto un torto, è stato quello di non chiuderla.
E infatti lo stesso Mourinho, che ci vede lungo, ha detto che i primi 45 minuti della Roma sono stati «un orrore da vergognarsi». Certo poi i bianconeri, dopo un’ora a tutto gas, si sono disuniti permettendo ai giallorossi di salvarsi. Grazie anche alla doppia magia di Abraham e Dybala. Comunque oltre alla bella prova di Vlahovic (in rete su punizione dopo 2 minuti) e di Miretti a centrocampo, qualche interessante segnale di ripresa si è visto. Divertente il commento di Allegri («il calcio l’ha inventato il diavolo») per sottolineare che alla fine, in una partita, il diavolo, cioè il caso, ci mette lo zampino. Il tecnico juventino, cui piace fare il “provocatore” per nascondere le sue magagne, questa volta ha perfino ragione.
Fonte: Il Sole 24 Ore