
Frena la corsa delle imprese femminili
Frena la corsa delle imprese femminili nel Triveneto. Un trend che, in un contesto economico poco favorevole, rispecchia le dinamiche delle imprese maschili, facendo venire meno una caratteristica finora consolidata e che vedeva le realtà guidate da donne seguire una dinamica più brillante. C’è una eccezione, ed è quella del Trentino Alto Adige, che vede l’unico segno positivo (+0,9% rispetto al 2023, contro -0,9 del Veneto e -0,8 del Friuli VG) a livello nazionale: c’è però da dire che la regione parte da una percentuale del 18.7 % (imprese femminili sul totale territoriale: in Veneto è 20,8%, in Friuli VG 22,9%) che è la più ridotta d’Italia: il Paese nel complesso ha una media del 22,7%, ovvero poco più di una impresa su cinque.
Secondo il centro studi Unioncamere Veneto, nel 2024 la regione conta 87.070 imprese femminili attive, registrando una diminuzione del – 0,9% rispetto al 2020 (pari a 831 imprese in meno). Rispetto allo scorso anno (2024 su 2023) il calo è stato di 1.290 unità, che risulta dal saldo fra nuove aperture e cancellazioni. Nonostante il totale stia progressivamente diminuendo negli ultimi anni, è comunque superiore a 10 anni fa: nel 2014 era infatti pari al 19,8 per cento.
Nel quadro nazionale il Veneto si mantiene al quinto posto per numero di imprese femminili dopo la Lombardia al primo posto; il Friuli Venezia Giulia è al 15esimo posto e il Trentino Alto Adige al 17esimo. Guardando ai settori, rispetto al 2023 in Veneto crescono del 4,8% le attività finanziarie e assicurative, settori tradizionalmente meno femminili del commercio (in calo) o dei servizi. Quanto alla struttura e alla forma giuridica, in tutte e tre le regioni aumentano le società di capitali, mentre si riducono le società di persone e imprese individuali. Un cambiamento nel segno di un consolidamento e della capitalizzazione di chi è nel mercato. Per l’assessore al Lavoro e alle Pari opportunità del Veneto Valeria Mantovan, «investire nell’imprenditorialità femminile rappresenta un passo essenziale per creare un’economia più equa, dinamica e resiliente. Attraverso il programma PARI e il PR Veneto FSE+ 2021-2027, la Regione ha messo in campo iniziative concrete per combattere gli stereotipi di genere e a ridurre le disuguaglianze nel lavoro, offrendo un sostegno attivo alle donne che intraprendono la carriera imprenditoriale. I progetti avviati costituiscono un modello di politica virtuosa e si sostanziano in interventi finalizzati a potenziare la formazione, la sensibilizzazione e il rafforzamento delle competenze femminili, anche in un’ottica di riduzione degli ostacoli, spesso culturali, che impediscono la partecipazione equilibrata di donne e uomini al mercato del lavoro e alla società in generale. Questi strumenti sono fondamentali per abbattere le barriere che ancora ostacolano il pieno successo delle imprenditrici, contribuendo così a una crescita economica inclusiva e sostenibile».
In particolare il programma PARI «ha già permesso a numerose imprenditrici di realizzare le proprie idee innovative – prosegue Mantovan – contribuendo alla crescita dell’economia regionale e alla creazione di nuovi posti di lavoro. Con un finanziamento di circa 10 milioni, sono stati avviati 24 progetti innovativi. I dati dimostrano che un maggior coinvolgimento delle donne porta benefici all’intera economia regionale in quanto categoria a forte vocazione innovativa e resiliente». Oltre al sostegno economico, il piano prevede strumenti formativi e reti di collaborazione, «affinché le donne possano accedere con maggiore facilità a opportunità concrete di crescita e successo, riducendo le disuguaglianze e valorizzando il talento e la determinazione». Allo studio, ha annunciato anche Mantovan, per l’imprenditoria femminile ci sono nuove azioni «per consolidare i risultati e ampliare le opportunità per le donne che vogliono intraprendere un percorso imprenditoriale».
Fonte: Il Sole 24 Ore