Friedkin e l’investimento miliardario nella Roma: tra perdite e aspettative
Daniele De Rossi ha pagato, al di là delle sue responsabilità, l’impazienza di una proprietà che dopo l’impegno finanziario fuori dal comune profuso in questi quattro anni, si attendeva una partenza diversa, da squadra capace di agganciare subito il treno Champions e non mollarlo fino alla fine del campionato. Un treno indispensabile per far quadrare i conti e soddisfare l’ambizione sportiva della piazza.
Dal momento dell’acquisto, nell’agosto del 2020, la famiglia Friedkin ha investito circa un miliardo nella gestione della società giallorossa. All’altezza del 30 giugno 2023, con l’ultimo bilancio consolidato approvato, l’esposizione della proprietà Usa viaggiava sugli 850 milioni di cui 199 milioni per acquisire il club, 26 milioni per l’Opa e il delisting e 622 milioni per far fronte al fabbisogno finanziario della società giallorossa. La Roma è infatti un club che brucia cassa ed ha bisogno di riequilibrare ricavi e costi, per quanto nel rendiconto al 30 giugno 2023 si siano registrati alcuni miglioramenti sostanziali con un deficit di 103 milioni contro il rosso monstre di 220 milioni dell’esercizio 2021/22.
Perdite in diminuzione
Nelle prime tre stagioni i Friedkin, complice anche la crisi provocata al sistema calcio dalla pandemia, hanno dovuto far fronte a perdite per oltre mezzo miliardo (il club veniva da un rosso di 204 milioni al 30 giugno 2020 quando James Pallotta ha passato la mano). La Roma ha scelto, negli esercizi chiusi al 30 giugno 2021 e 30 giugno 2022, di sfruttare la possibilità offerta dai decreti Covid di differire il ripianamento delle perdite entro il quinto esercizio successivo e quindi rispettivamente al 30 giugno 2026 e 30 giugno 2027.
Nel bilancio al 30 giugno 2024 si annuncia una ulteriore perdita che dovrebbe però seguire il trend positivo del bilancio 2023 ed essere più contenuta (la Roma ha appena subito una multa di due milioni dalla Uefa per il mancato rispetto degli obiettivi intermedi del piano di rientro quadriennale fissato con il settlement agreement sottoscritto ad agosto 2022).
I conti del 2023
Nel 2023 il fatturato della società è stato di 277 milioni contro i 206,4 milioni relativi al 2022. Una crescita di oltre 70 milioni, frutto di varie voci: la partpecipazione alle competizioni Uefa ha portato proventi diretti per 32,5 grazie alla finale di Europa League (contro i 20,7 milioni della stagione precedente, chiusa con la vittoria in Conference League); i diritti tv nazionali hanno portato in cassa 71,7 milioni; il player trading ha assicurato 56 milioni con (15 nella stagione 2021/22), di cui 47 milioni di plusvalenze; l’effetto Mourinho con l’Olimpico quasi sempre sold out ha permesso di raddoppiare i ricavi da gara a quota 49 milioni rispetto ai 25,5 dell’annata precedente; infine, i ricavi commerciali sono passati da 38,6 a 48,6 milioni di euro, grazie agli accordi con Toyota, Auberge Resorts Collection e New Balance. E nel bilancio 2024 in via di approvazione si sentirà l’effetto dell’accordo nell’ottobre del 2023 siglato con lo sponsor Riyadh Season che dà alla Roma 25 milioni annui. Nel 2023 i costi complessivi sono calati da 402 a 348 milioni, con un costo del personale tesserato sceso di 6,5 milioni a quota 144 e ammortamenti per i cartellini dei giocatori ridotti di 22 milioni a quota 55 milioni. Nella sessione di calciomercato dell’estate 2024 per una spesa in cartellini che ha superato i 100 milioni, grazie a oculate cessioni e “dismissioni” di atleti ormai estranei al progetto tecnico la Roma dovrebbe conseguire un ulteriore risparmio di spese per circa 30 milioni (anche se De Rossi dopo il recente rinnovo resterà a libro paga fino a giugno 2027, per una spesa potenziale di circa 10 milioni totali).
Fonte: Il Sole 24 Ore