Fringe benefit offerti da due aziende su dieci: ecco perché non decollano

Una survey condotta da The European House-Ambrosetti su un campione di 273 aziende, evidenzia come nel 2023 solo il 28% degli intervistati abbia offerto ai propri lavoratori fringe benefit per un controvalore fino alla soglia di esenzione massima di 3.000 euro. Il 40%, inoltre, dichiara di non avervi fatto ricorso, motivando la mancata adozione dello strumento con il timore di creare disparità e malcontento, causati dall’eccessiva differenza di trattamento tra lavoratori con e senza figli. D’altra parte, prosegue il sondaggio, per il 96% delle aziende i fringe benefit sono ritenuti un acceleratore di benessere e inclusione per i dipendenti che, per 4 intervistati su 5, devono poter usufruire di soglie di esenzione uguali per tutti, condizione quest’ultima che ne agevolerebbe un maggiore ricorso.

I fringe benefit sono uno strumento di welfare aziendale messo a disposizione dei lavoratori sotto forma di buoni acquisto, esenti da Irpef e addizionali comunali e regionali, utilizzabili per diverse tipologie di spesa, come alimentari, carburante, istruzione, genitorialità.

Ampliamento progressivo della soglia di detassazione

Il ricorso ai fringe benefit ha preso impulso nel 2020, durante la pandemia, sulla spinta dei provvedimenti che ne hanno progressivamente ampliato la soglia di detassazione. Nella seconda metà del 2023, in particolare, l’introduzione con il Decreto Lavoro della soglia di detassazione differenziata, stabilita in 258,23 euro per la generalità dei lavoratori e alzata a 3.000 euro per i dipendenti con figli fiscalmente a carico, ha permesso di incrementare del 3,4% i consumi delle famiglie rispetto al 2019, quando la soglia era fissata in 258,23 euro indistintamente per tutti i dipendenti. Il confronto è positivo (+1,5%) anche tra secondo semestre 2023 e 2022, quando la soglia venne alzata dapprima a 600 euro per tutti (Decreto Aiuti-bis, agosto 2022) e quindi a 3.000 euro (Decreto Aiuti quater) da novembre a dicembre 2022.

Cosa è cambiato per il 2024 con la legge di Bilancio

Per il 2024, la legge di Bilancio ha stabilito l’aumento della soglia di detassazione per i dipendenti senza figli a carico da 258,23 a 1.000 euro e la corrispondente riduzione della soglia per i dipendenti con figli a carico da 3.000 a 2.000 euro. Secondo una ricerca Teha commissionata da Edenred Italia, società attiva nel settore degli employee benefit, questa nuova impostazione potrebbe favorire una maggiore adozione dei fringe benefit da parte delle aziende e, di conseguenza, impattare positivamente sui consumi delle famiglie, che nel corso dell’anno dovrebbero registrare una crescita dello 0,8% rispetto al 2023.

Fonte: Il Sole 24 Ore