Frodi sui carburanti: più tracciabilità

Tracciabilità e trasparenza. È il binomio che la commissione Finanze della Camera, presieduta da Marco Osnato (Fdi), indica per l’eliminazione delle aree in cui si insinua l’evasione dell’Iva e delle accise sui carburanti. Un fenomeno su cui il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva condotta nelle ultime settimane, ascoltando tutti i principali stakeholder e soggetti istituzionali interessati, indica che c’è ancora strada da fare per combattere le insidie delle frodi. «Occorre rafforzare l’elemento della trasparenza», spiegano i deputati, sia con riferimento all’identificazione e alla selezione degli operatori economici della filiera sia per la tutela dei consumatori finali.
Profili che torneranno all’ordine del giorno, sia nel completamento della delega fiscale che delle prossime misure economiche a cui lavoreranno Governo e Parlamento. Sotto il profilo della filiera, l’indicazione condivisa dalla commissione Finanze è di implementare meccanismi e sistemi in grado di identificare con certezza la controparte della transazione economica. Come? Ad esempio, con lo sviluppo dell’autorizzazione rafforzata per i titolari dei distributori o con l’introduzione di un documento di regolarità contrattuale, da rilasciare a seguito di una puntuale verifica dell’effettivo possesso di alcuni fondamentali requisiti – di natura tecnica, organizzativa, finanziaria ed economica – da parte del soggetto che richiede l’autorizzazione a distribuire carburanti e ogni altro prodotto energetico destinato all’autotrazione. Ma in ottica antifrode viene avvertita anche la necessità di aumentare il monitoraggio delle attività che passano attraverso i depositi fiscali di terzi. Mentre sul versante della tutela dei consumatori finali la commissione Finanze chiede di «assicurare una maggiore pubblicizzazione delle componenti del prezzo di vendita del prodotto».

Il tracciamento

A questo però si aggiunge un’ulteriore filone oggetto dell’indagine: il tracciamento. «La telematizzazione è un elemento importante» ha affermato il presidente della commissione Finanze Osnato mettendo in rilievo i suggerimenti contenuti nel documento conclusivo. In questo senso va l’indicazione dell’obbligo di installazione di strumenti di tracciamento e misurazione su condotta (quantitativi, qualitativi e termici) per ogni tipo di deposito carburanti, operanti sia in entrata, sia in uscita, assicurando anche la connessione telematica di tali strumenti con le autorità di controllo. Inoltre, «il completamento del sistema di tracciamento dovrebbe poi realizzarsi mediante l’estensione a tutti i depositi – inclusi quelli di piccola taglia – del sistema Infoil, che attualmente consente di comunicare all’autorità doganale i dati relativi all’ingresso e uscita di prodotti» dai depositi superiori a 3.000 metri cubi.
Dall’indagine è emersa anche l’esigenza di armonizzare la tassazione italiana rispetto a quella dell’Unione europea: «L’armonizzazione sia delle accise, sia dell’Iva comporterebbe infatti una riduzione del peso fiscale sul prezzo finale, con effetti positivi anche in chiave di contrasto ai fenomeni di illegalità».

Potenziare i controlli della Guardia di Finanza

In tutto questo, però, resta in primo piano l’attività di contrasto ai fenomeni criminosi da parte dell’amministrazione finanziaria. Qui, sottolinea il documento della commissione Finanze, «appare opportuno non solo promuovere il consolidamento della prassi dei tavoli tecnici ministeriali, ma anche potenziare i controlli della Guardia di Finanza, sia sul territorio nazionale, sia a livello della Unione europea». E «fondamentali risultano anche le interazioni a livello internazionale della Guardia di Finanza, considerato che, in ragione dei luoghi di origine ed estrazione degli oli minerali, le frodi su accise e Iva si concretizzano in misura rilevante anche nell’ambito transfrontaliero esterno alla Unione». Mentre, sotto il profilo operativo, «potrà essere valutata la costituzione di un pool di coordinamento interforze ed interdisciplinare, prioritariamente dedicato allo specifico contrasto dell’illegalità e delle frodi Iva e accise nel settore del commercio dei carburanti e dei prodotti energetici, anche attraverso la costituzione di un collegamento funzionale interforze e attribuendo altresì la materia delle frodi nel settore dei prodotti petroliferi alla competenza delle Direzioni distrettuali Antimafia, sotto il coordinamento, a livello centrale, della Procura nazionale Antimafia».

Fonte: Il Sole 24 Ore