G20, il bilancio di Meloni: dalla nuova centralità africana ai rapporti da chiarire con la Cina –
Giorgia Meloni definisce il G20 che si è tenuto a New Delhi un successo. L’obiettivo di raggiungere una dichiarazione finale all’unanimità non era scontato. Ma la delusione manifestatata da Kiev e la soddisfazione espressa dal ministero degli Esteri russo Sergej Lavrov sul capitolo dedicato alla guerra lasciano intendere quanto meno che non sono stati fatti passi avanti.
Il compiacimento della presidente del Consiglio però non è fuori luogo. La centralità assunta dall’Africa con l’ingresso dell’Unione africana tra grandi del pianeta è un passaggio politico su cui l’impegno del governo italiano è stato costante, contagiando anche i partner e i vertici europei e (in parte) le istituzioni finanziarie internazionali chiamate a rivedere il loro approccio nel sostegno ai Paesi in difficoltà (altro tema su cui l’Italia insiste da tempo).
Le relazioni da ridefinire con la Cina
L’attenzione dedicata dalla premier fin dall’inizio del suo mandato ai rapporti internazionali comincia a pagare e questo G20 è stato un’occasione per intensificarli o chiarirli. Il più complesso resta certamente quello con Pechino. Meloni ha avuto un faccia a faccia con il suo omologo cinese Li Qiang durante il quale ha confermato la volontà di non rinnovare il memorandum sulla Via della seta sottoscritto nel 2019 ma allo stesso tempo ha offerto la disponibilità a rafforzare il partenariato strategico con la Cina. I punti interrogativi però restano. Li Qiang ha ribadito l’invito alla premier di recarsi a Pechino ma intanto il viaggio che si sarebbe dovuto tenere in autunno è riviato molto probabilmente al prossimo anno.
Rapporto rafforzato con l’India
Meloni nel frattempo continua – come si è visto nel corso di questo G20 – a rafforzare il rapporto con l’India di Narendra Modi e sottolinea il coinvolgimento delle imprese italiane nel Pgii (Partnership for global infrastructure and investment and India-Middle East-Europe economic corridor), il progetto che prevede la realizzazione di una rete ferroviaria e di un collegamento marittimo in cui le imprese italiane avranno un ruolo che coinvolge direttamente Stati Uniti e India assieme ad Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Una mossa che viene interpretata proprio in chiave anti-Cina.
Le partite europee
Tutto questo lavoro diplomatico ora è in attesa di riscontri. Anche a Bruxelles. La partita sulla presidenza della Banca europea per gli investimenti può essere inserita tra questi. L’Italia ha candidato l’ex ministro dell’Economia del governo Draghi Daniele Franco : «Una figura tecnica riconosciuta da tutti, non una scelta politica» ha rivendicato la premier con chiaro riferimento alle candidature della vice premier spagnola Nadia Calviño e della commissaria danese alla Concorrenza e vice presidente della Commissione Margrethe Vestager. Che poi è anche la commissaria che secondo il governo italiano starebbe bloccando il via libera all’accordo tra Ita e Lufthansa. Ma visto che al G20 sono presenti i principali leader europei e i vertici dell’Unione (e che durante i lavori tante sono le “interlocuzioni”) qualche risposta potrebbe essere arrivata su diversi fronti.
Fonte: Il Sole 24 Ore