Garante: 19mila detenuti potrebbero uscire ma burocrazia crea ostacoli

Garante: 19mila detenuti potrebbero uscire ma burocrazia crea ostacoli

«Secondo le nostre analisi la maggior parte delle persone che si sono tolte la vita in carcere erano stati autori di reati di maltrattamenti in famiglia, mentre una buona percentuale erano invece persone ristrette per misura cautelare, dunque in attesa di processo. Non ci sono evidenze sul nesso suicidi-sovraffollamento. Su questo fenomeno c’è però da dire che 19mila detenuti (sempre tenendo conto del tipo di reato), i quali hanno pene residue fino a tre anni, sulla base nella normativa potrebbero uscire dal carcere optando per misure alternative. Ma la burocrazia, la carenza di risorse e di informatizzazione al tribunale di sorveglianza creano ostacoli». Così Irma Conti, del collegio del Garante nazionale dei detenuti.

Due suicidi nelle ultime 24 ore in Toscana

Sono stati dodici i suicidi di detenuti dall’inizio dell’anno, mentre in tutto il 2024 ce ne sono stati 90, mai così tanti nella storia recente del sistema penitenziario italiano. L’ultimo è avvenuto il 15 febbraio nel carcere fiorentino di Sollicciano. Si tratta del secondo suicidio in meno di 124 ore in Toscana, visto che il 14 febbraio a togliersi la vita era stato un altro detenuto nel carcere di Prato

Emergenza sovraffollamento

E resta l’emergenza sovraffollamento. Come dimostrano gli ultimi dati del Garante Nazionale delle persone private della libertà, i numeri relativi al 10 gennaio 2025, seppur stabili nel confronto coi mesi precedenti, confermano un “surplus” di oltre 10mila unità rispetto alla capienza regolamentare.

Il piano del governo: verso 7mila nuovi posti

Intanto il governo punta al potenziamento del sistema penitenziario, con l’obiettivo di realizzare 7.000 nuovi posti nelle carceri. Proprio durante la conferenza stampa di inizio anno, il 9 gennaio, Meloni aveva detto: «L’Italia intende fare la sua parte per consentire condizioni migliori a chi deve scontare una pena in Italia. Solo che la mia idea non è che questo si debba fare adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle carceri, ma adeguando la capienza delle nostre carceri alle necessità, perché questo è quello che fa uno Stato serio. Ed è questa la ragione – aveva aggiunto – per la quale abbiamo nominato un commissario straordinario all’edilizia penitenziaria che ha l’obiettivo di realizzare 7000 nuovi posti in tre anni a partire dal 2025»

Fonte: Il Sole 24 Ore