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Garante infanzia Terragni: no al niqab in classe, impone limitazioni inaccettabili
È giusto che alcune studentesse usino in classe il niqab e debbano essere identificate dall’insegnante? La notizia è arrivata da Monfalcone, in provincia di Gorizia, dove alcune studentesse dell’istituto professionale Sandro Pertini, vengono identificate da un insegnante all’ingresso a scuola perché il loro volto è nascosto dal niqab, il velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi. In una videointervista pubblicata sul sito del Sole 24 Ore ne parliamo con Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Come autorità garante quali preoccupazioni suscita l’uso del niqab in classe e l’identificazione da parte di un insegnante?
«Quando ho visto la notizia ho sentito subito di dover prendere una posizione, diciamo un auspicio. Io non sono un legislatore, ma è importante segnalare all’attenzione un caso, che non è poi isolato come noi crediamo perché, mi raccontano che situazioni del genere, si producono anche a livelli di scuola più bassi quindi alle medie inferiori. Di bambine e ragazzine completamente velate con il niqab. Non il burqa, per fortuna non l’abbiamo ancora visto il burqa afgano. E che, come per esempio questa preside di Monfalcone, aveva ritenuto di poter accogliere con questa procedura. È una mediazione che lei ha trovato per evitare che le ragazze smettessero di andare a scuola. Però è una mediazione che può essere solo ritenuta provvisoria e non accettabile. Perché le ragazze, devono poter liberamente esprimere la loro personalità di cui il viso e l’interazione con gli altri compagni fa parte. Mentre a quanto pare queste ragazze si isolano dagli altri, non fanno attività fisica, non partecipano all’alternanza scuola lavoro. Quindi il velo integrale, significa tutte queste limitazioni, che non sono accettabili».
Secondo il ministro Valditara serve una nuova legge, oltre quella già esistente, che già vieta di travisare il viso. Lei è d’accordo?
«Pensavo che si poteva semplicemente intervenire sui regolamenti scolastici, ma a quanto pare, non sarebbe la strada sufficiente. Quindi una legge ad hoc sulle scuole potrebbe risolvere queste problematiche che sono in espansione. Quindi ne avremmo molti altri di casi del genere. Non giudico la decisione del ministro Valditara, che però, credo sia a ragion veduta, perché la legge sull’ordine pubblico che è attualmente in vigore non riuscirebbe a evitare situazioni come quella di Monfalcone».
Fonte: Il Sole 24 Ore