Garanzie e nuove leve sostengono l’asta da Sotheby’s

Garanzie e nuove leve sostengono l’asta da Sotheby’s

La sera di lunedì 13 maggio Sotheby’s ha aperto la settimana di aste newyorkese, che giunge al termine di due settimane intense di fiere e openings di gallerie (Tefaf all’Armory chiude martedì).
La consuetudine della casa d’aste è di dividere i lotti del XXI secolo The Now da quelli del catalogo generale di Contemporanea, che include opere della seconda metà del XX secolo.
Complessivamente i due cataloghi hanno realizzato 267,3 milioni di dollari, alla stima bassa di 242-350 milioni una volta aggiunte le commissioni per 48 lotti venduti sui 52 rimasti dopo un solo ritiro.

Ventotto lotti risultavano garantiti da parti terze e, quindi, venduti ancora prima dell’inizio dell’asta. Molte garanzie inizialmente indicate come dirette della casa d’asta si sono trasformate in offerte irrevocabili dietro compenso per l’assunzione del rischio da parte di un terzo.

L’asta ha seguito il consueto ‘copione’ con il primo catalogo ‘The Now’ molto seguito dagli speculatori, in particolare interessati alle giovani artiste, e il secondo ‘salvato’ dalla marea di garanzie che, con qualche rara eccezione, riducono i rilanci allo stretto necessario.

Gli artisti del XXI secolo

L’unico lotto ritirato riguarda proprio una di queste artiste, la già ben nota Cecily Brown la cui tela del 2016 ovviamente enorme, ovviamente coloratissima e, ovviamente, derivativa di qualche interessante dipinto (quello cui si riferisce almeno..) avrebbe dovuto guidare l’asta con una stima di 6-8 milioni di $. Il lotto era indicato come garantito dalla casa d’aste, e si può ipotizzare che Sotheby’s, non avendo trovato un garante terzo a cui trasferire il rischio, abbia preferito ritirarlo, riducendo la stima complessiva a 24-34 milioni, per un realizzo totale di 32,7 milioni di $ con le commissioni con 16 lotti venduti dei 17 rimasti in catalogo. L’aggiudicazione più elevata è stata, quindi, per un dipinto del 2005 ‘Vignette #6’ a toni di grigio del 69enne Kerry James Marshall, probabilmente finito al garante per 7,8 milioni, da una stima di 7-10 milioni di $. Un altro dipinto più piccolo di Cecily Brown ‘Functor Hideaways’ ha raggiunto la stima alta a 3,5 milioni di dollari, superando di poco un terzetto di pittori aggiudicati attorno a 3,2 milioni di $: Adrian Ghenie, Avery Singer e George Condo. Record per un dipinto di Lucy Bull ‘16:10’ conteso fino a 1,8 milioni da una stima di 500-700mila $. Probabilmente è stata salvata dalla garanzia, invece, l’opera di Lisa Yuskavage ‘ The Mound’ aggiudicata a 666mila $, da una stima di 600-800mila $.

Le garanzie salvano il Contemporaneo

I 32 lotti venduti su 35 del secondo catalogo della serata hanno portato 234,6 milioni di dollari, grazie a ben 9 realizzi oltre la soglia dei 10 milioni di $, e una profusione di ben 23 garanzie di parte terza su praticamente tutti i lotti principali, con la sola eccezione del dipinto ‘Ocean Park #126’ di Richard Diebenkorn, rimasto invenduto dalla stima di 18-25 milioni di $, insieme ad uno dei due lavori di Lichtenstein offerti (‘Woman Reading’ stimato 5-7 milioni), mentre il secondo ‘Purple Range’ è stato salvato dalla garanzia, venduto alla stima bassa di 3 milioni (3,7 milioni di $ con le commissioni). La Pop Art ha trovato buoni realizzi con Andy Warhol, grazie soprattutto ad una tela “”Untitled” in collaborazione con Basquiat che ha ottenuto un nuovo record per questi lavori cooperativi a 19,4 milioni di $, verso la stima alta di 20 milioni, e altri tre lavori venduti senza garanzia per un titolare di quasi 23 milioni di $, mentre altre due opere di Basquiat garantite hanno portato a un realizzo di 18,6 milioni di $.

Fonte: Il Sole 24 Ore