
Gas, la domanda sale nei primi due mesi del 2025. Stoccaggi ancora pieni al 50 per cento
La domanda italiana di gas torna a crescere nei primi due mesi del 2025. Secondo l’elaborazione del Sole 24 Ore su dati Snam, a gennaio e a febbraio, i consumi sono saliti dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2024, attestandosi a 15,4 miliardi di metri cubi (+ 1,2 miliardi di metri cubi). Un risultato ancora più significativo alla luce del fatto che il 2024 è stato un anno bisestile e ha dunque registrato un giorno di consumo in più. A fronte di una domanda industriale sostanzialmente stabile (2 miliardi di metri cubi), le reti di distribuzione – che consentono di “leggere” i consumi civili (con particolare riferimento al riscaldamento) – mostrano un incremento di 0,3 miliardi di metri cubi (+3%), riconducibile soprattutto alla condizione climatica più fredda. La quota prevalente dell’aumento, quindi, riguarda la produzione termoelettrica di energia elettrica (cioè l’energia elettrica generata utilizzando gas), che passa da 3,5 miliardi di metri cubi a 4,4 miliardi di metri cubi, con un incremento anno su anno del 23% (+0,9 miliardi di metri cubi) che risulta determinato, essenzialmente, dalla contrazione della generazione da energia eolica e delle importazioni. Altre voci minori hanno pesato complessivamente in misura pari a 0,4 miliardi di metri cubi, con un aumento sul 2024 di 0,1 miliardi di metri cubi.
Cresce l’import di gas. Torna a salire anche la produzione nazionale
Per far fronte a queste dinamiche, il sistema energetico nazionale si è mosso in vari modi. Sono aumentate le importazioni di gas, che nei primi due mesi del 2025 si sono complessivamente attestate a 9,5 miliardi di metri cubi, con un incremento del 2% (+0,2 miliardi di metri cubi). A trainare sono i flussi via tubo, dove il gas algerino in arrivo a Mazara del Vallo – in crescita del 31% – ha più che compensato le contrazioni del metano che arriva a Tarvisio (-44%), a Gela (-74%) e a Melendugno (-14%). Costante, invece, il contributo del gas naturale liquefatto che raggiunge il Paese via nave: l’aumento dei flussi provvisti dal terminale di Piombino (+79%) ha infatti pareggiato la riduzione del contributo dell’impianto di Panigaglia (-80%). 5,5 miliardi di metri cubi, inoltre, sono stati resi disponibili dalle giacenze presenti nei siti di stoccaggio, il ricorso ai quali è cresciuto del 22% (+1 mld mc). Si inverte, poi, in positivo il trend della produzione nazionale di gas che, pur restando su volumi molto contenuti, segna un incremento del 28%, attestandosi a 0,6 miliardi di metri cubi (+ 0,1 miliardi di metri cubi). E dopo il calo del 2024, anche le esportazioni verso i Paesi europei confinanti evidenziano un aumento di 0,1 miliardi di metri cubi (+118%).
Domanda in aumento anche in Europa
L’aumento della domanda italiana di gas trova conferma, del resto, anche a livello europeo. Fonti Iea, infatti, rilevano come a febbraio la domanda continentale di gas sia aumentata del 20%, l’incremento anno su anno più forte dall’aprile 2021. Come per l’Italia, anche per l’Europa la ripresa dei consumi è solo parzialmente imputabile alle temperature più basse, dalle quali dipende l’aumento del 15% della domanda residenziale e commerciale. Il contributo più forte è venuto dal settore elettrico, dove il consumo di gas, cresciuto del 60% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, è stato determinato dalla necessità di compensare, attraverso il termoelettrico, il crollo della produzione da eolico, diminuita anno su anno di circa il 40% e rivelatasi quindi un elemento di potenziale destabilizzazione del sistema. A livello comunitario sono più che raddoppiati i prelievi dagli stoccaggi, che ad oggi risultano pieni per il 38%. Migliore la situazione delle riserve italiane, oggi piene fin quasi al 50% della loro capacità.
Il closing dell’operazione su Edison Stoccaggio
Proprio su quest’ultimo fronte, Snam ha comunicato ieri il perfezionamento dell’acquisizione da Edison del 100% del capitale sociale di Edison Stoccaggio, per un controvalore di circa 565 milioni di euro. Con questa operazione, la capacità complessiva di stoccaggio in capo a Snam salirà a circa 18 miliardi di metri cubi, di cui 4,6 di riserva strategica, pari a oltre il 17% della capacità europea. «In uno scenario che permane fragile e complesso, con questa operazione aggiungiamo un importante tassello al percorso intrapreso per rafforzare l’approccio sistemico alla sicurezza energetica del Paese. Con le altre iniziative che ci vedono fortemente impegnati, l’obiettivo è quello di dotare il sistema italiano ed europeo degli ulteriori elementi di solidità e sicurezza che sono necessari per un migliore equilibrio del mercato e una maggiore competitività», ha commentato il ceo di Snam, Stefano Venier.
Fonte: Il Sole 24 Ore