Gas, più riserve e interrompibili: la strategia del governo in caso di picchi di domanda
Quando saranno accesi ufficialmente i motori, l’unità garantirà all’Italia ulteriori 5 miliardi di metri cubi annui di capacità di rigassificazione che, sommati a quelli di tutti gli altri terminali Gnl, finiranno per “coprire” lo stesso quantitativo di gas assicurato da Mosca prima della guerra.
La partita della gas release
Poi ci sono altri capitoli da implementare velocemente. Tra questi figura la partita, cruciale per gli energivori, della gas release, lo strumento per garantire gas a prezzi calmierati alle industrie energy intensive.
Il ministro vuole accelerare su questo fronte, ma la chiusura del cerchio non è semplicissima perché il recente decreto ambiente ha aperto sì degli spazi di manovra – anche sul fronte di un maggior sfruttamento della produzione nazionale dopo la bocciatura del Pitesai (il piano che fissava dei limiti alle estrazioni di gas e petrolio) da parte del Tar del Lazio – ma il meccanismo, che le imprese attendono da tempo, andrà attentamente calibrato in relazione sia ai costi da applicare a chi comprerà questo gas sia alle remunerazioni da assicurare a chi, invece, lo fornirà a monte. Gli uffici tecnici del Mase stanno lavorando su questo versante e l’indicazione del ministro, che ha letto con attenzione i numerosi appelli di questi giorni lanciati dagli imprenditori, è quella di trovare una quadra “sostenibile” per tutte le parti interessate.
La missione in Germania
Insomma, i vari tasselli per alleviare gli effetti di questo nuovo aumento dei prezzi dell’energia sono al centro dell’operato di Pichetto Fratin. Che si prepara a riaprire in Europa, nelle prossime settimane, il dossier del price cap, a favore del quale il governo punta a conquistare nuovi sostenitori come la Germania che sta facendo i conti con gli alti costi energetici. L’esponente di Forza Italia sarà tra un decina di giorni a Berlino per incontrare il vice cancelliere Robert Habeck, ministro dell’Economia e della Protezione climatica, e la speranza è quella di creare un inedito asse per spingere Bruxelles a un maggiore pragmatismo su un tema, quello dell’energia e degli impatti per famiglie e imprese, cruciale per il futuro dell’Europa.
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Fonte: Il Sole 24 Ore