Gas serra verso nuovi record. E le temperature aumentano

Gas serra verso nuovi record. E le temperature aumentano

Le emissioni globali di anidride carbonica continuano ad aumentare: l’unica flessione è avvenuta nell’anno del Covid, il 2020, quando le attività economiche e sociali in mezzo mondo si sono fermate. E corrono le temperature, che nel 2024 hanno sforato il tetto di guardia di 1,5 gradi di aumento.

Secondo le stime rilasciate da Global Carbon Project, le emissioni di anidride carbonica sono aumentate di circa il 2% nel 2024, raggiungendo la cifra record di 41,6 miliardi di tonnellate di CO2. In un ciclo che si autoalimenta, l’aumento è stato determinato soprattutto dalle emissioni legate al suolo (land-use), più elevate del solito, a causa degli incendi in Sud America. Escludendo questa componente, l’aumento sarebbe stato dello 0,8%, a 37,4 miliardi di tonnellate.

Le emissioni totali di CO2 sono sostanzialmente stabili da circa dieci anni, ma non basta. Secondo il Panel dell’Onu sul clima (Ipcc), la produzione di gas serra deve essere ridotta del 43% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019, per fermare l’aumento delle temperature il più vicino possibile al tetto di 1,5 gradi, a fine secolo.

Nel 2024, al taglio delle emissioni nella Ue (quasi il 4%) corrisponde una piccola riduzione negli Usa (-0,6%) e un leggero aumento in Cina (-0,2%).

Il termometro sale

Più combustibili fossili, più gas serra, più caldo. Prima la World Meteorological Organization e poi l’Osservatorio sul clima dell’Unione Europea, Copernicus (C3s), hanno certificato che nel 2024, le temperature medie globali hanno battuto il record del 2023 e sono risultate più alte di 1,6° rispetto ai livelli preindustriali. Per la prima volta, nell’arco di un anno solare, è stato quindi superato il tetto di aumento delle temperature di 1,5°, indicato dalla scienza e fissato dall’accordo di Parigi del 2015. È il valore di massima salvaguardia, oltre il quale gli effetti del cambiamento climatico rischiano di diventare ancora più drammatici. Senza l’abbandono delle fonti fossili, non si fermerà la deriva che porterà a superare la linea rossa anche nel medio periodo, con effetti sempre meno reversibili.

Fonte: Il Sole 24 Ore