Gelata sui fondi Esg, in tre anni la raccolta trimestrale crolla da 160 a 10 miliardi
Il primo ad andar via
Già l’anno successivo alla Cop scozzese sono cominciate le prime uscite dai network. Benché non fosse stato motivato con la pressione anti-Esg dei Repubblicani, Vanguard nel dicembre 2022 annunciò l’addio a Nzam. «Dopo approfondite riflessioni – veniva spiegato da Vanguard –, abbiamo deciso di uscire da Nzam per fornire la trasparenza che i nostri investitori chiedono sul ruolo dei fondi indicizzati e sulle nostre posizioni rispetto ai rischi materiali, compresi quelli legati al clima, sottolineando come la nostra società abbia un’opinione indipendente su questioni rilevanti per i propri investitori». Un’uscita che fece scalpore anche perché, contestualmente, BlackRock confermò la propria adesione in Nzam dov’è tuttora. Vanguard invece non ha mai fatto parte di CA100+.
A valanga
Appena due mesi dopo l’addio di Vanguard, nel febbraio 2024, c’è stata poi una raffica di abbandoni da CA100+: JpMorgan AM, State Street, Pimco. Quest’ultima gestisce 2mila miliardi di dollari, fa capo al gruppo Allianz e al momento dell’uscita da CA100+ comunicò di riesaminare «regolarmente le nostre iniziative esterne e abbiamo concluso che la nostra partecipazione alla CA100+ non è più in linea con l’approccio di Pimco alla sostenibilità». L’addio più recente fra i big statunitensi del risparmio gestito è stato quello di Goldman Sachs AM (2.600 miliardi di dollari in gestione) che ha lasciato CA100+ lo scorso agosto e in quell’occasione fece sapere che: «Abbiamo investito nella nostra capacità di soddisfare le esigenze di investimento sostenibile dei nostri clienti e continuiamo a impegnarci per sfruttare le nostre capacità globali». La divisione di risparmio gestito della banca d’affari Goldman Sachs e Pimco sono assenti anche da Nzam dove invece sono ancora presenti Jp Morgan AM e State Street Global Advisors. Goldman ha inoltre annunciato venerdì di essere uscita anche dalla Net Zero Banking Alliance.
BlackRock
C’è poi il capitolo BlackRock. Il più grande asset manager al mondo, guidato da Larry Fink, è stato uno dei primi ad aderire a Nzam, addirittura il 29 marzo 2021, ancor prima della presentazione ufficiale del network alla Cop26 di Glasgow. Viceversa, nel febbraio scorso, quando vi fu la valanga di uscite da CA100+, scelse di restarvi con la divisione International. In un lunghissimo comunicato, il big del risparmio gestito americano spiegò che «a causa delle modifiche apportate alla strategia di CA100+, stiamo trasferendo la nostra partecipazione a CA100+ a BlackRock International e BlackRock Inc non sarà più un firmatario. Il denaro gestito da BlackRock non è nostro, ma dei nostri clienti, e BlackRock si impegna a offrire ai clienti di tutto il mondo la possibilità di scegliere tra diversi obiettivi di investimento. La maggior parte dei nostri clienti che hanno fissato obiettivi di zero netto per le loro organizzazioni sono clienti delle nostre attività internazionali (BlackRock International)».
E in Europa?
Nel Vecchio continente dove la sensibilità Esg è più spiccata, il numero uno del risparmio gestito (con più di 2mila miliardi di euro in gestione) è la francese Amundi presente in entrambe le organizzazioni: ha aderito a Nzam nel luglio 2021. Stesso discorso anche per un altro big come Ubs AM, con oltre mille miliardi di dollari in asset under management, presente sia in Nzam che in CA100+.
«In Europa la regolamentazione Esg è sempre più stringente e il panorama è completamente diverso da quello degli Stati Uniti dove la speculazione politica sta creando pressioni contrarie – dichiara Leonardo Becchetti, presidente comitato etico di Etica Sgr –. Gli eventi climatici estremi rappresentano un rischio reale che le banche centrali, come la Bce, chiedono agli intermediari di considerare e di prezzare con tassi più alti e minore probabilità di credito per le imprese più esposte per ridurre il rischio di sofferenze. L’emergenza climatica non è una moda e impone alla finanza di reagire per ridurre questa fonte di rischio».
Fonte: Il Sole 24 Ore