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Germania, la Grande coalizione è possibile grazie alla ripartizione dei seggi
La Grande coalizione fra conservatori di Friedrich Merz e i socialdemocratici tedeschi sarà possibile. La fuoriuscita dal Parlamento dei liberali di Christian Lindner e del Bsw di Sahra Wagenknecht, che non hanno raggiunto la soglia del 5% alle elezioni di ieri, consentono di avere i numeri per formare esecutivo a due, dal momento che i voti dei due partiti saranno distribuiti fra gli altri. Il dato è politicamente molto significativo: un governo di due partner (invece che di tre) consente infatti una maggiore stabilità in Germania. Questo esito era rimasto incerto fino a tarda notte, quando sono venuti fuori gli ultimi dati. Il vice capogruppo della Cdu, Jens Spahn, ex ministro della Salute del governo di Angela Merkel, ha spiegato al Morgenmagazin: «Dal nostro punto di vista può procedere tutto molto velocemente. Già entro questa settimana si possono tenere le prime consultazioni».
Il riparto dei seggi
Questo è il riparto dei seggi al Bundestag dopo le elezioni di ieri come comunica la Bundeswahlleiterin che presiede il processo elettorale: Union: Cdu 164 (+12 rispetto al 2021) – Csu 44 (-1 rispetto al 2021; Afd 152 (+69 rispetto al 2021); Spd: 120 (-86 seggi rispetto al 2021); Verdi 85 (-33 rispetto al 2021); Linke 64 (+25 rispetto al 2021); Min. danesi 1. In questo contesto una coalizione tra i conservatori e i socialdemocratici, la cosiddetta Grande coalizione, ha una solida maggioranza di 328 seggi rispetto ai 316 necessari.
AfD e Die Linke hanno una “minoranza di blocco” nel Bundestag
Dopo l’uscita di Bsw e Fdp dal Bundestag, nel parlamento tedesco si è delineata una insolita costellazione politica. Come riporta Der Spiegel, l’AfD e la sinistra di Die Linke detengono 216 dei 630 seggi, poco più di un terzo. I due partiti ai margini politici formano così insieme una cosiddetta ’minoranza di blocco’. Attraverso questa minoranza di blocco, i partiti di opposizione possono subordinare l’approvazione di determinati progetti governativi a determinate condizioni e quindi esercitare una pressione politica. Entrambi i partiti potrebbero bloccare insieme importanti decisioni del Parlamento, per le quali è richiesta una maggioranza di due terzi di tutti i rappresentanti legali. Tra queste rientrano modifiche alla Legge fondamentale, come la riforma del freno al debito. Anche l’accordo su un fondo speciale per il bilancio della difesa dovrebbe essere deciso in questo modo.
Fonte: Il Sole 24 Ore