Gervasoni: «Liuc, il Dna delle imprese per crescere ancora»

L’ultimo e forse il più grande riconoscimento di un lungo percorso professionale che l’ha vista protagonista fin dagli albori. Anna Gervasoni, già prorettore dell’ateneo di Castellanza e professore ordinario in Economia e gestione delle imprese nonchè direttore generale dell’Aifi, è stata investita ieri del ruolo di rettore della Liuc. Una nomina che consacra «una carriera accademica nella Liuc e per la Liuc», come lei stessa ha voluto sottolineare in questo colloquio con Il Sole 24 Ore, dove ha indicato la direzione in cui l’Università intende muoversi. Ma ha anche affrontato le tre spinose sfide che il mondo della formazione dovrà gestire: denatalità, intelligenza artificiale e cervelli in fuga.

Un traguardo importante in una fase peraltro cruciale per l’ateneo.

Mi sento pronta per raccogliere il testimone in questa fase di crescita dell’Università. Ho iniziato la carriera accademica in Bocconi ma poi, nel ’91, quando il progetto Liuc è stato lanciato sono subito venuta a lavorare qui, siamo partiti con 350 studenti e ora siamo a 2.500. È un progetto nel quale ho creduto molto, volevamo creare un’Università nuova, che fosse un campus e avesse sotto lo stesso tetto le facoltà di Economia e Ingegneria. Un aspetto molto importante, soprattutto per le imprese di cui noi, assieme alla Luiss, siamo un’emanazione. La Liuc è stata voluta da Confindustria Varese e vanta un Dna imprenditoriale, oggi è una struttura completa fatta di quattro grandi scuole, quattro fabbriche, chiamate a dialogare e fare sinergia tra loro: Economia, Ingegneria, il Phd e la Business school.

Che cosa ha in mente per il futuro della Liuc?

L’esperienza fatta a Trento come presidente di Hit (Fondazione Hub innovazione trentino), mi ha avvicinato molto al mondo della tecnologica e mi ha fatto vedere quanta sinergia può esserci tra la nostra scuola di Ingegneria e quella di Economia, un dialogo mai sufficientemente sfruttato ma che invece va alimentato così come la relazione con le imprese che può essere potenziata, anche in termini di incontro tra nuove progettualità, tra aziende e centri di ricerca: ne abbiamo tanti e su temi che sono molto all’avanguardia, dalla transizione green alla logistica, alla fabbrica avanzata, alla finanza sostenibile e innovativa, al tema dei brevetti e dell’intelligenza artificiale fino al family business. Su tutto questo abbiamo centri di eccellenza con vocazione internazionale e sono qualcosa che le imprese possono e devono sfruttare di più.

Fonte: Il Sole 24 Ore