Giffoni Film Festival, il brand vale 71 milioni

Un riconoscimento importante per la kermesse in cui sono i ragazzi – dai 3 anni al conseguimento della maggiore età – a determinare i film vincitori e che, nell’edizione svoltasi dal 19 al 28 luglio, ha attivato 5mila giovani giurati provenienti da 33 nazioni e mobilitato 300mila presenze in dieci giorni.

«Erano anni che avevo in mente di far realizzare uno studio dedicato al valore del brand Giffoni», sottolinea il direttore del festival Claudio Gubitosi, «nella convinzione che quest’analisi potesse dare elementi importanti nella valutazione di quello che è stato l’impatto che Giffoni ha determinato in termini di trasformazione del territorio, di creazione di un indotto economico e occupazionale, ma anche e soprattutto in termini di valore sociale che il brand stesso ha saputo costruirsi in oltre mezzo secolo di storia. Lo studio realizzato da Deloitte risponde proprio a questa esigenza in maniera puntuale. Ed è proprio il dato sul valore sociale del brand Giffoni che mi inorgoglisce di più: oltre 70 milioni generati nell’area geografica di riferimento dal festival e da tutte le altre iniziative che promuoviamo durante l’ano».

Quest’anno, per esempio, sono interventi più di 300 ospiti, collegati ai 130 film in concorso ma anche alle anteprime. Ci sono stati, tra le altre cose, un lancio di Parthenope con l’intervento di Paolo Sorrentino, il ritorno di Gabriele Muccino, la testimonianza del cardinale Zuppi e la politica con Giancarlo Giorgetti, Elly Schlein e Giuseppe Conte. Ironia della sorte: proprio nell’anno in cui il festival rischiava di non tenersi, vittima innocente del braccio di ferro tra la premier Giorgia Meloni e il governatore campano Vincenzo De Luca. Gubitosi, intanto, scruta l’orizzonte: «Giffoni è il motore di uno sviluppo territoriale che conferma come sia un’esperienza virtuosa che è stata in grado di imprimere un cambiamento reale, esempio di un Mezzogiorno che produce innovazione attraverso la cultura e la creatività, tutto in un’area interna che, grazie a questa iniziativa, è oggi molto meno esposta alla dinamica purtroppo imperante dello spopolamento e della desertificazione». Per il direttore e fondatore del festival, stiamo insomma parlando di «dati lusinghieri, che confermano quanto Giffoni abbia rappresentato e rappresenti ancora il motore di una vera e propria rivoluzione territoriale, produttiva, oltre che culturale».

Fonte: Il Sole 24 Ore