Giorgetti: recupero integrale dell’inflazione per le pensioni medio-basse

Giorgetti: recupero integrale dell’inflazione per le pensioni medio-basse

«Questo Governo ha garantito il recupero integrale, per le pensioni medio-basse, dell’inflazione registrata e non solo». Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella replica del Governo al dibattito sulla manovra prima del voto finale dell’Aula del Senato alla legge di Bilancio. E sotto la voce previdenza il ministro respinge al mittente quelle che lui stesso definisce banalizzazioni fatte sulle scelte della manovra e ha sottolineato il riconoscimento decisivo alla previdenza complementare, «che noi riteniamo cruciale per garantire in futuro delle pensioni dignitose rispetto a quelle che potrebbero derivare dal calcolo contributivo della legge Fornero. Rivendico, quindi, con orgoglio questo passaggio in cui i versamenti per la previdenza complementare possono essere computati insieme ai versamenti obbligatori per il calcolo dei requisiti minimi pensionistici».

Possibile restare a lavorare a 70 anni

Ma non solo. Il ministro dell’Economia ha ricordato anche la possibilità di restare a lavoro più a lungo. «Forse è sfuggito a qualcuno che è su base volontaria la possibilità di restare a lavorare a 70 anni. Se qualcuno vuole continuare a lavorare in questo Paese ha il diritto di continuare a lavorare e magari percepire in busta paga i contributi detassati, come abbiamo promesso e proposto in questa legge di Bilancio».

Spesa sanitaria pro capite +10,6% a fine 2026

Anche sulla spesa sanitaria il ministro dell’Economia ha voluto puntualizzare l’impegno del Governo. «Per quanto riguarda la spesa sanitaria, ci sono stati diversi punti di vista: chi ha detto che è stata tagliata e chi ha sostenuto che sia aumentata. Credo che i freddi numeri testimonino la realtà dei fatti. Ho preso la spesa sanitaria pro capite corretta dall’inflazione, cioè l’ho depurata dall’inflazione che negli anni è avvenuta, e dal 2019 ad oggi i dati sono questi: 1.919 euro pro capite nel 2019, 1.989 nel 2020, 1.980 nel 2021, 1.985 nel 2022, 2.029 nel 2023, 2.061 nel 2024, 2.074 nel 2025 e 2.124 nel 2026, euro correnti del 2019. Questo vuol dire che, anche in termini reali e non soltanto in termini nominali, la spesa pro capite è aumentata, per un totale del 10,6 per cento alla fine del 2026».

Assistenza agli alunni bisognosi

«Anche per quanto riguarda la spesa per l’istruzione, accetto ogni tipo di critica, però non condivido il riferimento – ha sottolineato il titolare di Via XX Settembre nell’Aula di Palazzo Madama – secondo cui noi tagliamo e togliamo risorse per quanto riguarda il sostegno agli alunni meritevoli. Faccio semplicemente notare che in cinque anni la scuola italiana ha perso 500.000 studenti, ma la spesa è rimasta tuttavia costante. Faccio notare che, per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, erano 95.000 nel 2012 e sono 234.000 del 2024. Quindi, mi sembra che l’assistenza, per quanto riguarda gli alunni bisognosi, non sia stata fatta mancare in alcun modo».

L’Ires premiale per chi investe

Capitolo politica industriale. Per il ministro dell’Economia «la politica industriale necessita di imprenditori che ci credano, che investano nonostante il quadro totalmente incerto della situazione. È per questo motivo che il Governo ha deciso di spingere nella direzione dell’Ires premiale, come viene contraddistinta, cioè premiando quegli imprenditori che, invece di distribuire dividendi magari a qualche fondo internazionale, decidono di reinvestire in azienda e di scommettere nel futuro».

Fonte: Il Sole 24 Ore