Giornate Fai: quali sono gli ingressi (più significativi) riservati agli iscritti

Giornate Fai: quali sono gli ingressi (più significativi) riservati agli iscritti

Giardini di Villa Buonaccorsi (Potenza Picena)

Apriranno in via straordinaria i giardini storici di Villa Buonaccorsi, capolavoro realizzato nella seconda metà del Cinquecento, ampliato nel secolo seguente e giunto alla sua forma definitiva a metà Settecento per opera di Pietro Bernasconi, stretto collaboratore del Vanvitelli. Nata come residenza estiva di campagna dell’omonima nobile famiglia maceratese, la villa si trova nei pressi della frazione Montecanepino, tra le colline affacciate sul Mare Adriatico. È caratterizzata da un imponente sistema di aree verdi, costituito dal notevole giardino all’italiana, che occupa la parte sud-occidentale del complesso e dal giardino all’inglese o “bosco” che si estende nell’area sud-orientale. Il giardino all’italiana, raro esempio del suo genere conservato pressoché intatto, è suddiviso in cinque distinte terrazze degradanti verso valle, unite da una scalinata centrale e comprende fontane e giochi d’acqua, nicchie, obelischi e numerose statue raffiguranti soggetti umani e rappresentazioni grottesche e mitologiche, oltre che un teatrino con automi e una limonaia. Nel novembre 2021 il Ministero della Cultura ha esercitato la prelazione per il complesso, acquisito dal Demanio Culturale dello Stato per poi essere trasferito al Segretariato Regionale del MIC per le Marche e alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. La villa necessita di estesi e articolati interventi di restauro e rifunzionalizzazione; pertanto, il Ministero della Cultura e la Regione Marche hanno stanziato cospicue risorse finanziarie e stanno predisponendo e attuando un programma di interventi pluriennale che consentirà il restauro delle varie parti del sito e la sua progressiva restituzione alla comunità.

Palazzo Farnese (Roma)

Dopo il successo della prima apertura nelle Giornate Fai di Primavera del 2008, sarà di nuovo visitabile Palazzo Farnese (solo sabato 22), sede dell’Ambasciata di Francia, il più sontuoso palazzo rinascimentale di Roma, commissionato nel 1513 da Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, e terminato nel 1589. A ogni angolo dell’edificio riecheggiano i nomi dei maggiori artisti vissuti fra il Cinquecento e i primi del Seicento, a partire dai quattro architetti che hanno diretto la sua costruzione: Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo, il Vignola e Giacomo della Porta. Il percorso partirà dal cortile, opera di Sangallo il Giovane, integrato e modificato da Michelangelo e appena restaurato; tra i resti archeologici che un tempo facevano parte della ricca collezione del palazzo, si giungerà al maestoso scalone del Sangallo che permetterà di accedere a saloni, gallerie e piccoli camerini, decorati da pittori del calibro di Salviati, Zuccari, Daniele da Volterra, Domenichino e i fratelli Carracci. Tra i capolavori di Palazzo Farnese, il Salone d’Ercole con arazzi del XVII secolo, i sarcofagi ornati di scene mitologiche e sormontati da sculture di navi da guerra romane, la Galleria di Murano e il Camerino affrescato da Annibale Caracci. L’apice della visita sarà la celeberrima Galleria Carracci, tra gli esiti più alti del tardo Rinascimento, realizzata tra il 1597 e il 1608 da Annibale e Agostino Carracci, una splendida volta di 20 metri affrescata con soggetti ispirati alle Metamorfosi di Ovidio. Il palazzo è sede dell’Ambasciata di Francia: comprato dalla Francia nel 1911, è stato rivenduto allo Stato italiano nel 1936, anno in cui i due Paesi hanno sottoscritto un accordo intergovernativo che prevede la locazione delle due ambasciate, italiana a Parigi e francese a Roma.

Palazzo della Valle (Roma)

Aprirà eccezionalmente Palazzo della Valle, di solito inaccessibile al pubblico perché dal 1948 è sede di Confagricoltura: la visita offrirà lo spunto anche per affrontare alcune tematiche ambientali. Il palazzo cinquecentesco – secondo il Vasari progettato parzialmente da Lorenzetto (1494-1541), allievo di Raffaello, mentre altri lo attribuiscono ad Andrea Sansovino o Sangallo il Giovane – fu la dimora del cardinale Andrea della Valle, vescovo di Crotone e di Mileto, insigne umanista e mecenate e uno dei primi collezionisti antiquari nella Roma del Rinascimento, proprietario di una delle raccolte statuarie più cospicue e celebri del suo tempo, poi dispersa alla sua morte. Si visiterà l’elegante cortile, con arcate poggianti su colonne di marmo e granito grigio provenienti da edifici dell’antica Roma, restaurato dall’architetto Carlo Forti su commissione della Confederazione Fascista dei Commercianti, che acquistò il palazzo nel 1941. Il percorso proseguirà tra alcuni maestosi ambienti cinquecenteschi del piano nobile – al centro di un importante intervento di restauro conservativo voluto da Confagricoltura nel 2023, che ha coinvolto anche le facciate – fino alla Sala Serpieri: la sala, intitolata ad Arrigo Serpieri, insigne cultore di economia agraria, ospita gli eventi principali di Confagricoltura ed è interamente affrescata con vedute di paesaggi agresti e rovine, alternate a ritratti di figure femminili e guerrieri, mentre il soffitto a cassettoni è arricchito da rosoni, girali, putti dorati e dallo stemma del Cardinale.

Fondazione Besso (Roma)

Durante le Giornate Fai di Primavera 2025 sarà visitabile la sede della Fondazione Besso, all’interno di un palazzo quattrocentesco, rimaneggiato e decorato secondo il gusto barocco nel Seicento, appartenuto per due secoli alla famiglia fiorentina degli Strozzi e acquistato nel 1905 da Marco Besso, finanziere e letterato, che ne fece la propria abitazione. Tra gli ambienti che si potranno ammirare, la sala della biblioteca, una preziosa raccolta di oltre 70.000 volumi avviata dallo stesso Besso e ancora oggi in espansione, custodita tra maestosi arredi lignei risalenti agli inizi del XX secolo. Ancora, gli spazi ristrutturati nel 2018 in occasione del centenario della Fondazione, con sezioni espositive che valorizzano la collezione di oggetti d’arte, dipinti e sculture raccolte dalla famiglia Besso. Inoltre, aprirà per la prima volta nelle Giornate il salottino cinese, la “sala dorata” con arredi orientali e pannelli dipinti su grandi telai che rivestono quasi completamente le pareti e che raffigurano soggetti floreali e animali. Il soffitto ligneo a cassettoni tardo-seicentesco è dipinto con motivi marini ed è ispirato alla collezione di naturalia di Leone Strozzi. Il fregio, con paesaggi marini, scene di manovre navali e coppie di tritoni e nereidi con putti, è attribuito a Giacinto Calandrucci e alla sua scuola e dovrebbe risalire alla fine del Seicento, anche se è stato restaurato nell’Ottocento.

Palazzo di Città (Bari)

Il Palazzo di Città, che ingloba il celebre Teatro Piccinni, divenne sede del Municipio di Bari nel 1863. Il percorso di visita proposto in occasione delle Giornate di Primavera offrirà un’esperienza unica, ricca di arte e storia, alla scoperta di questo elegante edificio, simbolo della vita pubblica di Bari. Al piano terra, nell’androne, si potrà ammirare l’installazione di Giuseppe Caccavale, “La libertà italiana nella libertà del mondo”, inaugurata nel gennaio 2024 in occasione dell’ottantesimo anniversario del Congresso di Bari. Si raggiungerà poi il primo piano dove si trovano la Sala Massari, dedicata al primo deputato di Bari post-unitario, e la stanza del Sindaco, con soffitto decorato da Nicola Colonna all’inizio del Novecento, caratterizzato da puttini che sorreggono lo stemma cittadino e allegorie dei continenti, e una scrivania intagliata con stemmi cittadini. La Sala Consiliare, affrescata da Mario Prayer negli anni Trenta, presenta invece 18 lunette allegoriche sulle attività locali e una matrona che simboleggia Bari. Gli iscritti Fai e chi si iscriverà in loco avranno la possibilità eccezionale di entrare nel Teatro Piccinni, progettato dall’architetto Antonio Niccolini e inaugurato nel 1854: potranno salire sul palcoscenico e accedere al retropalco, dove si potranno ammirare le macchine sceniche, infine visitare il sottotetto del teatro, uno dei pochi originali in legno, sopravvissuto ai secoli.

Fonte: Il Sole 24 Ore