Giubileo, Gualtieri alle imprese: subito più smart working contro traffico e disagi

Più smart working, ovunque sia possibile, per decongestionare subito il traffico nella Capitale e la pressione sul trasporto pubblico, allentando i disagi legati alle centinaia di cantieri aperti a Roma a due mesi e mezzo dall’avvio del Giubileo 2025. È la proposta avanzata dal sindaco Roberto Gualtieri, in qualità di commissario straordinario di governo per l’Anno Santo, alle organizzazioni datoriali e sindacali della città. Esulta la Cgil, tiepida l’accoglienza da parte delle imprese.

L’incontro in Campidoglio

All’incontro, tenutosi oggi in Sala delle Bandiere in Campidoglio alla presenza degli assessori al Personale e alle Attività Produttive, Andrea Catarci e Monica Lucarelli, del direttore generale della Regione Lazio, Alessandro Ridolfi, e del capo di gabinetto della Città Metropolitana, Francesco Nazzaro, Gualtieri ha esplicitato l’obiettivo di mettere in campo «una serie di azioni per rafforzare e favorire lo smart working nei mesi che precedono l’avvio del Giubileo per alleggerire il peso del traffico sulla città, particolarmente critico nelle zone centrali». Al tavolo, oltre a Cgil, Cisl e Uil per i lavoratori, i rappresentanti di Unindustria, Confcommercio Roma, Confartigianato Roma, Legacoop, Federlazio, Cna, Cciaa, Confcooperative, Agci, Abi, Ance e Acer, Coldiretti, Confagricoltura e Cia.

Verso un accordo quadro, i dubbi delle imprese

Una nota del Campidoglio informa della «sostanziale condivisione sull’opportunità rappresentata dall’intesa, che poi sarà definita in maniera concreta dalla contrattazione aziendale». Nelle prossime ore si lavorerà alla stesura di un accordo quadro, rinnovabile anche nei mesi successivi, per fissare il target del rafforzamento dello smart working (l’ipotesi è di almeno un giorno in più rispetto a quanto già previsto in ogni azienda), che sarà poi completato a livello di contrattazione aziendale, «senza ridurre la produttività». Questa è la vera incognita, che giustifica l’accoglienza non proprio calorosa da parte dei datori, da Unindustria a Confcommercio, che si sono detti disponibili a un’intesa di massima rivendicando, però, la libertà di rimandare ogni scelta a un tavolo di concertazione tra la singola azienda e i sindacati. Tante attività, non solo nel settore commerciale e dei servizi, sono già provate dagli effetti dei lavori in corso, in particolare in alcune aree critiche intorno al Vaticano. Dove la «pazienza» chiesta a più riprese a residenti e commercianti è al limite.

La richiesta sarà estesa alle altre amministrazioni pubbliche

L’intenzione di Roma Capitale è quella di “contagiare” anche le altre tante amministrazioni pubbliche che hanno sedi in città: con la Funzione pubblica e i sindacati sarà convocato a breve un analogo incontro. Il Campidoglio ha dato l’esempio, siglando un accordo con le sigle per almeno due giorni di smart working per tutto il personale che svolge mansioni che non richiedono la presenza fisica, estendibile a cinque giorni. Esulta la Fp Cgil di Roma e Lazio: «Questo è un importante e primo risultato frutto della nostra mobilitazione per contribuire a migliorare la mobilità, la qualità dell’aria e la vita di tutti i cittadini e lavoratori. Adesso ci aspettiamo che anche per i 45mila lavoratori delle società partecipate di Roma Capitale si rafforzi lo smart working».

Un test per l’Anno Santo

Cominciare immediatamente con l’aumento del lavoro da remoto significa anche poter testare se l’esperimento funziona ed estenderlo – dati alla mano – se con l’arrivo dei 32 milioni di pellegrini attesi in città la situazione dovesse rivelarsi insostenibile. Per questo Gualtieri ha richiamato l’importanza di potenziare quanto prima il ricorso al lavoro da remoto ovunque sia fattibile già in questi mesi. Il 24 dicembre, con l’apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco, l’Anno Santo prenderà il via. La speranza dell’amministrazione è che per quella data saranno conclusi «tutti i principali cantieri e le manutenzioni delle linee del trasporto pubblico». Ma prepararsi un piano B è meglio.

Fonte: Il Sole 24 Ore