Giulia Cecchettin: il pm chiederà l’ergastolo per Turetta nella Giornata contro violenza sulle donne
Appuntamento nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne con la requisitoria per Filippo Turetta, l’autore del femminicidio di Giulia Cecchettin, la ventiduenne uccisa senza pietà dall’ex fidanzato. Un omicidio che ha scosso l’Italia riportando al centro della discussione il tema del patriarcato. Il pm Andrea Petroni è pronto a chiedere l’ergastolo per Filippo Turetta, imputato per omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere.
Nessun dubbio sulla colpevolezza di Turetta
«Non è in dubbio la colpevolezza dell’imputato, le prove sono talmente evidenti contro Turetta, c’è l’imbarazzo della scelta» degli elementi che lo rendono responsabile dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, dice il pm nella requisitoria, davanti alla corte d’Assise di Venezia. La giovane studentessa a un passo dalla laurea è stata aggredita «ripetutamente» già dal parcheggio di Vigonovo e fino ai venti minuti dopo quando la sagoma della ventiduenne viene ripresa, a terra, nell’area industriale di Fossó, ricorda il pm. Turetta assiste alla requisitoria immobile, con la testa bassa. Sembra imperturbabile mentre assiste, in aula, alla requisitoria del pm di Venezia Andrea Petroni che ricostruisce l’omicidio di Giulia Cecchettin uccisa con 75 coltellate dall’ex fidanzato alla sbarra. È la seconda volta, dopo l’interrogatorio della scorsa udienza, che Turetta compare davanti alla corte d’Assise.
Giulia colpita più volte, sei minuti l’aggressione nel parcheggio
Nel parcheggio «non c’è stato il tempo di una discussione, tutto è durato sei minuti: sono state trovate diverse macchie di sangue, la lama di un coltello senza impugnatura, il sangue è sicuramente della persona offesa. C’è un’aggressione dinamica, Giulia era cosciente e chiedeva aiuto». Giulia viene costretta a risalire in auto e prima di arrivare a Fossó, «è stata colpita più volte: sanguina copiosamente come dimostrano le tracce di sangue nell’auto», aggiunge il pm. L’aggressione nell’area industriale «dura pochissimo», il video della telecamera di una ditta mostra soprattutto «la persona inerme in terra che significa che tutta una serie di lesioni, in particolare le 25 lesioni sulle mani, l’immobilizzazione e il silenziamento (uso di scotch, ndr) sono avvenute prima, non hanno ragione di essere dopo».
Il papà Gino posta le immagini dello slogan: “Se io non voglio tu non puoi”
Gino, il papà della vittima, è come sempre in aula e sul suo profilo ha postato il video della fondazione ’Una nessuna centomila’, la campagna con lo slogan ’Se io non voglio tu non puoi’ per educare contro la violenza di genere.
Pronta la richiesta di ergastolo per Turetta
Davanti alla corte d’Assise di Venezia, il pm Andrea Petroni è pronto a chiedere l’ergastolo per il ventiduenne, imputato per omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Petroni descrive minuziosamente la catena di eventi. Quando dopo una settimana di fuga, Filippo Turetta viene fermato in Germania e confessa di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin «non si sta costituendo, ma ha finito i soldi e si prepara all’arresto cancellando le prove sul suo cellulare», dice il pm di Venezia Andrea Petroni nella sua requisitoria. Il pubblico ministero punta l’obiettivo sulle cose di cui si è disfatto l’imputato: «Non c’è il cellulare della vittima, non ci sono i vestiti insanguinati di Turetta», sono alcuni degli esempi citati dal pm in aula.
Fonte: Il Sole 24 Ore