Giustizia: la scelta di Gaetz spiazza i repubblicani
NEW YORK Con le ultime nomine Donald Trump potrebbe avere superato il limite, anche per i repubblicani. Il presidente eletto ha scelto il deputato di estrema destra Matt Gaetz, accusato di violazioni etiche, come ministro di Giustizia. E l’ex democratica, convertita al Maga, Tulsi Gabbard, sospettata di promuovere la propaganda russa negli Usa, per guidare la National Intelligence. Sono entrambi fedelissimi del tycoon, ma sono stati accolti da qualche resistenza tra gli stessi conservatori: alcuni esponenti più moderati hanno denunciato la totale assenza delle competenze necessarie per far parte del nuovo governo. La senatrice del Maine, Susan Collins, si è detta «scioccata» dall’incarico a Gaetz. «Non credo sia una designazione seria», ha aggiunto la senatrice dell’Alaska Lisa Murkowski. «È un legale di talento, proteggerà i nostri confini, smantellerà le organizzazioni criminali, metterà fine all’uso della giustizia come arma e ripristinerà la fiducia degli americani nel dipartimento», ha detto invece Trump per giustificare una nomina che dovrà essere confermata dal Senato dove i repubblicani hanno una maggioranza di soli tre seggi. Ieri è stata ufficializzata anche la conquista della Camera da parte dei repubblicani. Trumpiano di ferro, 42 anni, fervente anti-abortista, deputato dal 2016, Gaetz non ha mai lavorato nel dipartimento di Giustizia e nemmeno come procuratore a nessun livello di governo. Di più: è stato indagato dalla commissione Etica della Camera per molestie sessuali, uso di droghe illecite e tentativi di inquinare le prove. Ma è stato anche il principale alleato di Trump nel cacciare dalla Camera la vecchia guardia repubblicana, colpevole di essere troppo morbida con i democratici e di cercare accordi bipartisan su questioni cruciali come il debito. Per la ristretta cerchia dei consiglieri di Trump, Gaetz, potrebbe diventare una sorta di ministro vendicatore, adatto a fare pulizia nelle agenzie governative: «Dovremo fare qualcosa contro chi si è rivoltato contro il nostro popolo. E se ciò significa abolire ogni agenzie con tre lettere, dall’Fbi all’Aft, sono pronto a farlo», ha detto Gaetz riferendosi al Federal Bureau of Investigation e al Bureau per le armi da fuoco, che dipendono dalla Giustizia. In linea con America First, dovrà inoltre sostenere l’espulsione di massa di immigrati, ottenere la grazia per i sostenitori di Trump che assalirono il Parlamento il 6 gennaio 2021, e sostenere interpretazioni aggressive dei poteri della Casa Bianca. Avrà poi un ruolo chiave per chiudere tutti i procedimenti federali aperti contro Trump e fare i conti con i suoi avversari. «La caccia alle streghe è finita», ha detto il presidente eletto. Gabbard, candidata alle primarie democratiche del 2020 con il plauso del Cremlino, è una figura altrettanto controversa. Non ha mai lavorato nell’intelligence, ha servito nella Guardia nazionale, in reparti medici. Si è sempre scontrata con le valutazioni della rete dei servizi segreti, che dovrà comandare. Isolazionista convinta, sull’Ucraina ha affermato che la guerra sarebbe stata evitata riconoscendo le preoccupazioni di Vladimir Putin sulla Nato. Ha sostenuto le tesi di Mosca – poi smentite – sui finanziamenti degli Usa ai laboratori militari di Kiev. Durante la tragica guerra in Siria ha messo in dubbio l’uso di armi chimiche da parte di Bashar al-Assad, incontrando il leader di Damasco. Le polemiche sulla scelta di Gaetz e Gabbard si sono aggiunte a quelle per l’incarico di ministro della Difesa a Pete Hegseth: il volto di Fox News potrebbe essere chiamato a selezionare una speciale commissione creata per fare pulizia nell’esercito, epurando i generali considerati inaffidabili. Restano da assegnare Tesoro e Commercio: i favoriti sono il finanziere Scott Bessent e il falco dei dazi Robert Lighthizer. Ma sulla lista di Trump potrebbero esserci altre sorprese. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Fonte: Il Sole 24 Ore